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In Sardegna meno funerali e più cremazioni

  • Scritto da Effe_Pi

Colombario VeranoLa pratica torna diffusa visti i costi delle esequie, solo nel 2012 nell'isola in aumento del 63,9%.

In Sardegna si inizia a risparmiare anche sui funerali, visto che la crisi economica morde ogni giorno di più e che esistono modi alternativi, come la cremazione, che si diffondono in tutta Europa. In tutta Italia questa modalità di sepoltura si diffonde sempre più, ma l'isola è la regione dove è cresciuta maggiormente, con un incremento del 63,9% nel solo 2012, secondo dati forniti dall'associazione dei consumatori Codacons e particolarmente significativi il 2 novembre, giorno dei Morti. Gli spazi sempre più ristretti e i costi sempre più elevati per l'organizzazione delle esequie, l'acquisto della bara e tutto il resto, spingono verso una pratica che in realtà è molto diffusa in tutto il mondo, anche se per motivi "culturali" soprattutto nei paesi non cattolici. Infatti, in Giappone quasi tutti si fanno cremare, e anche in paesi come Inghilterra e Repubblica Ceca la percentuale è superiore all'80%. In Italia ci si ferma per ora al 14,3%, ma la crescita è evidente e secondo il Codacons è stata del 25% negli ultimi due anni.

A fronte di un calo in Sicilia e Valle d'Aosta, è netta la crescita, oltre che in Sardegna, anche in zone come Umbria ed Emilia Romagna, e in questa regione spicca il dato di Bologna, dove si è passati in un anno da 596 a 2494 cremazioni (+ 318,5%). Secondo l'associazione dei consumatori, le ragioni sono prettamente economiche, visto che la cremazione comporta "costi sensibilmente inferiori rispetto all’inumazione a terra e alla tumulazione in loculo o tomba di famiglia, e consente risparmi di migliaia di euro". Sempre in un‘ottica di tagli e risparmi, da qualche anno a questa parte stanno prendendo piede anche i cosiddetti funerali “low cost”, che "consentono di ridurre sensibilmente la spesa limitando al minimo i servizi e gli accessori, per un costo complessivo al di sotto dei 1.500 euro (escluse tasse e servizi cimiteriali), a fronte di una spesa media per un funerale classico compresa tra i 4.000 e i 4.500 euro".

Il costo di un funerale è comunque "estremamente variabile e dipende dalle tante voci che lo compongono – spiega ancora il Codacons - per una bara, infatti, si può spendere da un minimo di 500 euro fino ad oltre 15.000 euro, a seconda della tipologia della cassa, del legno, del rivestimento interno, degli inserti scelti". Mediamente in Italia il costo di una corona di fiori varia dai 100 ai 200 euro, quello di un cuscino dagli 80 ai 150 euro, quello della lapide dai 500 ai 1500 euro, mentre per gli annunci mortuari si spende dai 300 ai 1000 euro. Un funerale costa nelle città del sud Italia mediamente il 15-20% in più rispetto al resto d’Italia. Questo perché l’ultimo saluto al defunto è una cerimonia "particolarmente sentita nel Mezzogiorno, che induce i parenti dell’estinto a non rinunciare ad alcun accessorio e a scegliere servizi di un certo livello. Anche per questo è cresciuto negli ultimi anni il numero di coloro che scelgono di pagare una cerimonia funebre a rate, scelta compiuta oggi dal 35% degli italiani". Insomma, se ci si deve indebitare anche per il "caro estinto", forse sono meglio metodi alternativi come la cremazione, che in Asia interessa praticamente la totalità dei defunti, vista la diffusa credenza secondo cui illumina il passaggio dei defunti in un altro mondo o ne impedisce il ritorno tra i vivi, ma anche in Europa è un "ritorno al passato", visto che gli antichi greci cremavano i morti già 3mila anni orsono e nell'antica Roma era pratica talmente diffusa che si affittavano i loculi all'interno di un colombario, camera sepolcrale con nicchie in cui venivano conservate le urne con le ceneri.