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Barracciu sottosegretario alla cultura di Renzi

  • Scritto da Effe_Pi

Barracciu sottosegretarioLa vincitrice delle primarie Pd per le regionali sarde, poi esclusa perché indagata, entra nella squadra del nuovo governo.

Francesca Barracciu, eurodeputato uscente del Partito democratico, vincitrice delle primarie per le regionali in Sardegna poi giubilata (pare da Matteo Renzi in persona) a favore di Francesco Pigliaru come candidata del centrosinistra, è l’unico sottosegretario sardo del nuovo governo formato dal segretario del Pd. La 48enne di Sorgono si occuperà di Cultura, insieme a Ilaria Borletti Buitoni (Scelta civica): un ministero importante in un paese col patrimonio dell’Italia, sotto la guida di Dario Franceschini, l’ex segretario del Pd la cui nomina ha provocato polemiche, visto che sembrava perfettamente compatibile con l’immagine di quei politici che Renzi aveva giurato di voler “rottamare”.

Polemiche che si stanno scatenando anche sulla Barracciu, la cui esclusione dalla regionali era stata giustificata con l’indagine in corso su di lei (come su molti altri ex consiglieri regionali) per l’uso dei fondi destinati ai gruppi consiliari sardi: il nuovo sottosegretario è sotto indagine per peculato, in particolare per aver utilizzato 33mila euro di soldi pubblici per benzina, che lei afferma sarebbe stata utilizzata tutta per attività politica, vale a dire incontri e appuntamenti legati al ruolo in regione.

In particolare, in questa vicenda viene rimproverato a Renzi di aver utilizzato il governo come “contentino” per la mancata candidatura dell’esponente Pd alle regionali: sui social network è tutto un fiorire di rabbia e ironia, da chi si dice “spiazzato” a chi fa notare con sarcasmo che forse il reato “non era tanto grave”, a chi insinua che si tratti di “una poltroncina come ricompensa” per il ritiro in Sardegna fino a chi si chiede se il governo meriti “meno prudenza” rispetto alla regione. Dubbi sicuramente leciti, anche se vale la pena di ricordare che Barracciu è sì indagata, ma ancora non è stata rinviata a giudizio e tantomeno processata, e anche sottolineare che più che il Pd erano stati i suoi alleati (rivelatisi poi decisivi per la vittoria alle elezioni) a “impuntarsi” per il cambio della candidatura, da Sel a Idv fino ai Rossomori e gli altri gruppi “sovranisti” che hanno appoggiato Pigliaru.