IN Breve

Regione: a sinistra nasce il polo sovranista

  • Scritto da Effe_Pi

Gavino SaleDovrebbe essere composto da cinque consiglieri che sosterranno Pigliaru, tra cui lo storico leader indipendentista Gavino Sale.

Nasce in consiglio regionale un inedito polo sovranista sardo, che sosterrà la giunta di Francesco Pigliaru ma da posizioni di fortissima autonomia, che in alcuni casi sconfinano nell'indipendentismo. Secondo i calcoli fatti dalle segreterie dei partiti sovranisti che sono in coalizione col centrosinistra, dovrebbero essere ben cinque i consiglieri che faranno riferimento a queste posizioni politiche, tra cui (ma si attende la conferma) lo storico leader indipendentista (fondatore di iRS - Indipendentzia Repubrica de Sardigna) Gavino Sale, che nonostante la percentuale molto bassa raccolta dal suo movimento (sotto l'uno per cento) trae vantaggio dalla vittoria dello schieramento progressista e dall'ampio premio di maggioranza ottenuto.

Insieme a lui, dovrebbero far parte di questo raggruppamento due consiglieri eletti con i Rossomori, che secondo calcoli provvisori con una percentuale del 2,63% porteranno in consiglio Paolo Zedda, 51 anni, dentista di Sinnai e cultore della lingua sarda alla sua prima esperienza in regione, e un altro consigliere a Nuoro, Emilio Usula, 61 anni, dirigente medico.
Discorso molto simile per il Partito dei sardi, che ha preso il 2,66%, i cui consiglieri dovrebbero essere due: uno nel collegio di Sassari, Pier Mario Manca, l'altro in quello di Oristano, Augusto Cherchi. Resterà in Consiglio regionale anche l'esponente della Base, Efisio Arbau (nonostante la sua lista si fermi allo 0,71%), eletto nel Nuorese. Pure Idv e Verdi (con l'1,1%) dovrebbero essere riusciti ad ottenere un proprio rappresentante nel Sassarese, Francesco Paolo Dore, 48 anni, già consigliere comunale a Nule.

Pochissime invece le donne, che al massimo saranno quattro in tutto, anche se Pigliaru ha già promesso che la metà dei suoi assessori saranno di sesso femminile: ad Alessandra Zedda (Forza Italia) e alle due elette del Pd, Daniela Forma e Rossella Pinna, dovrebbe aggiungersi l'avvocato cagliaritano Anna Maria Busia del Centro Democratico, quando resta ancora incerta l'assegnazione delle preferenze di otto sezioni (sei nel Sassarese e due nell'Oristanese), decisive per il calcolo dei resti. E sui social si affaccia l'idea di offrire un diritto di tribuna, magari con un seggio aggiuntivo che si potrebbe creare con una piccola modifica alla legge elettorale, per la coalizione più votata tra quelle rimaste fuori: in questo caso si tratterebbe di Sardegna Possibile e probabilmente il seggio sarebbe da assegnare alla scrittrice Michela Murgia, che nel voto per il presidente ha superato i 70mila voti, con una percentuale oltre il 10%. Per un centrosinistra con tanta sinistra sarebbe un bel modo di iniziare dimostrando democrazia e "compensando" le distorsioni di un sistema elettorale davvero limitato nella rappresentatività, visto che ha premiato partiti sotto l'un per cento e non una coalizione che comunque ha avuto oltre un decimo dei voti espressi.