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In ricordo di Carlo Giuliani, ragazzo

  • Scritto da Manuel Muscas

Quindici anni dopo la morte del giovane manifestante nel capoluogo ligure, il ricordo di un ragazzo sardo allora 15enne, che è stato iniziato alla politica proprio dagli eventi di quei giorni in occasione del G8.

Sono passati quasi quindici anni da quel giorno, da quel maledetto giorno, il venti luglio 2001, in cui Carlo Giuliani veniva ucciso in Piazza Alimonda a Genova. Giornata calda quella, in cui un giovane 15enne dell'interno della Sardegna aveva sentito parlare, davanti alla Tv, di No-global e movimenti pacifisti, ma mai prima aveva sentito parlare di Carlo Giuliani, un ventitreenne magro magro che abitava a Genova e aveva idee di libertà e lotta. 
Carlo era sceso in piazza quel giorno, come spesso gli capitava; in quei giorni a Genova era in corso una battaglia tra chi aveva in mano le chiavi del mondo e chi invece immaginava un mondo bisognoso di libertà e giustizia e per questo manifestava nelle strade strette e insidiose della città ligure.

Per tre giorni, la città era stata percorsa da manifestanti pacifici e meno pacifici, da guardie e ladri che scappavano da una zona rossa. Carlo era magro magro e riusciva a portare un rotolo di scotch al braccio. Carlo è morto sparato in fronte da chi diceva di volersi difendere, Carlo è morto davanti a tanta gente, Carlo è morto e poi è stato schiacciato dalla camionetta dei Carabinieri. Dopo di lui, a chiarire i dubbi sull'atmosfera di quei giorni genovesi ci sarebbe stato il massacro della scuola Diaz, che ha visto condanne anche definitive ma per il quale finora nessuno ha pagato veramente.
La condivisione delle sue idee è un dato superfluo davanti alla morte di un ragazzo, il quindicenne del 2001 ne verrà segnato per sempre, la curiosità e la sensibilità lo porteranno a chiedersi ancora oggi perché un ragazzo di ventitré anni"magro magro" è morto e tanta gente continua ad addossare le colpe a quella che fino a prova contraria è la vittima.

Foto: Pixabay | CC0 Public Domain