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Due foto del mare sardo vincono premio internazionale

  • Scritto da Effe_Pi

Corallo ISPRALe immagini subacquee scattate dai ricercatori dell'ISPRA hanno vinto due categorie del premio assegnato nei giorni scorsi a Southampton.

Due foto scattate nel mare di Sardegna da ricercatori dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) hanno vinto un premio internazionale associato al workshop Marine Imaging Workshop, che si è tenuto nei giorni scorsi a Southampton, in Inghilterra, presso il National Oceanographic Center. Tra tutte le immagini in concorso, infatti, hanno prevalso in due categorie quelle proposte da Michela Angiolillo e Simonepietro Canese, vincendo il premio per la categoria marine litter (rifiuti in mare) e quello come miglior foto assoluta. Entrambe le fotografie sono state scattate nel Sud Ovest dell’isola nell’estate del 2013 utilizzando la tecnologia ROV (Remote Operating Vehicle), durante una campagna oceanografica condotta in collaborazione con l’Università di Cagliari, per esplorare e descrivere “le comunità bentoniche degli ambienti rocciosi profondi” come si legge sul sito dell’Istituto.

Il concorso fotografico prevedeva che ogni ricercatore potesse partecipare con 4 immagini subacquee scattate negli ultimi due anni durante le operazioni a mare, e ricadenti in 4 categorie: Biota, Underwater Features, Human Footprint, Scientific Instruments/Gear. Il giudice del concorso è stato Alex Mustard, vincitore del “European Wildlife Photographer Of The Year 2013” e del “Wildlife Photographer Of The Year, 2013”.
La prima foto dell’ISPRA, scattata a 400 metri di profondità nei dintorni di Capo Spartivento, rappresenta in maniera chiara il problema del marine litter, vale a dire i rifiuti che si trovano in mare, un fenomeno da cui purtroppo non sono esclusi gli ambienti profondi. La fotografia è emblematica di quello che si è osservato da anni durante tutte le campagne oceanografiche, cioè che non c’è nessuna aerea in Mediterraneo, dai 50 ai 300 metri di profondità, che non presenti segni di impatto antropico, “con la presenza di  bottiglie, copertoni abbandonati, lenze, che nella maggior parte dei casi abradono organismi arborescenti, impigliandosi tra i rami di coralli e gorgonie, ma anche reti perse che giacciono sul fondo, ricoprendo organismi e substrato o che si osservano sospese ancora in pesca”.

Quella premiata come “migliore foto” è stata scattata a 100 metri di profondità al largo di Teulada, e rappresenta quello che i ricercatori definiscono “ambiente pristine”, cioè ancora inalterato, dove anche a quella profondità comunità di coralli formano i cosiddetti “coral garden” e “diverse specie si trovano associate, ricoprendo vaste aree”. In particolare, nella foto “è immortalata una colonia del prezioso corallo rosso, di cui si notano le notevoli dimensioni (circa 40 cm): colonie così grandi sono ormai divenute una rarità, a causa dell’eccessivo sfruttamento di questa risorsa”.
Insomma, la Sardegna e il Mediterraneo ancora una volta rivelano perle di straordinaria bellezza anche nei loro ambienti più profondi, ed è sempre una buona notizia sapere che ci sono ricercatori che si dedicano con passione a studiare proprio quel mare che è forse il più grande orgoglio del popolo sardo.

Foto di Michela Angiolillo e Simonepietro Canese (ISPRA)