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Crimini di guerra: la memoria corta dell'Italia

  • Scritto da Effe_Pi

Crimini guerra italianiUn'inchiesta della Procura Militare di Roma riapre una vicenda frettolosamente chiusa 70 anni fa sulle atrocità della seconda guerra mondiale.

Italiani brava gente? sicuramente un popolo che dimentica in fretta, visto che in pochi nel paese sembrano avere consapevolezza dei crimini commessi dai militari del belpaese durante guerre e occupazioni in territorio straniero, in particolare durante la seconda guerra mondiale. Ora finalmente sembra aprirsi uno spiraglio nella nebbia delle responsabilità storiche dell'esercito tricolore, con un'inchiesta aperta dalla Procura militare di Roma, dopo un esposto di alcuni cittadini, sulle atrocità italiane nei territori occupati durante l'ultimo conflitto mondiale, in particolare in Grecia, Jugoslavia e Albania. La decisione è stata presa dal procuratore militare della capitale, Marco De Paolis, e sembra che prenda le mosse da due articoli di Franco Giustolisi, il giornalista che per primo svelò all'opinione pubblica lo scandalo del cosiddetto "armadio della vergogna", dove furono chiusi e "provvisoriamente archiviati" nel dopoguerra - per una sorta di "patto segreto" tra Italia e Germania - 695 fascicoli di crimini nazifascisti, riemersi solo negli anni scorsi, quando fu possibile riaprire le indagini e svolgere una serie di processi finiti con decine di ergastoli.

"Dimenticato" in un angolo della procura, non lontano dall'armadio, come ha svelato Giustolisi, c'era anche un "carrello della vergogna", stipato di incartamenti relativi alle tante stragi commesse, durante l'ultima guerra, dai soldati italiani. Di questi eccidi si occupò una commissione istituita il 6 maggio 1946 dall'allora ministero della Guerra. La relazione finale, del 30 giugno 1951, è firmata dal senatore Luigi Gasparotto. Oltre 300 i militari italiani accusati di crimini di guerra dalle varie nazioni aggredite dal fascismo: eccidi che sarebbero stati commessi in varie località della Jugoslavia, della Grecia, dell'Unione Sovietica, della Francia, dell'Albania. Solo poco più di una trentina, secondo la relazione Gasparotto, quelli perseguibili da parte "dell'autorità competente". Ma nessuno fu processato.
 
Solo per una di queste stragi - quella di Domenikon, in Grecia, dove furono trucidati 150 civili - il procuratore De Paolis, dopo aver raccolto la denuncia del rappresentante dei familiari delle vittime, già da tempo ha riaperto un'inchiesta che in precedenza era stata archiviata. Le indagini della procura militare di Roma avrebbero consentito, secondo quanto si è appreso, di risalire ai responsabili della strage, che verranno ora iscritti nel registro degli indagati, anche se sarebbero tutti morti. Inevitabile, dunque, la successiva archiviazione con beffa, anche se si spera che tutto questo lavoro serva almeno a rendere consapevole l'opinione pubblica italiana che i nostri connazionali non sono stati affatto "più buoni" di molti altri, ma che anzi specie nell'epoca fascista sono stati responsabili di crimini gravissimi anche se per motivi storici rimasti del tutto impuniti, almeno in tribunale.