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Concordia: Università di Cagliari monitora il mare

  • Scritto da Effe_Pi

Concordia in viaggioUn progetto dell'ateneo del capoluogo insieme all'Ispra consentirà di verificare all'arrivo a Genova tutti gli inquinanti sversati dal relitto durante il viaggio.

C’è anche un pezzo di Sardegna nella ormai probabile soluzione positiva della vicenda del trasferimento della nave Costa Concordia dall’Isola del Giglio a Genova, dove sarà poi smantellata. Infatti è l’Università di Cagliari, in collaborazione con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), ad effettuare i controlli più innovativi sugli inquinanti emessi dalla nave. Il team sardo guidato dal professor Marco Schintu, insieme all’ente nazionale pubblico preposto alla tutela dell’ambiente, porta avanti un progetto di campionamento passivo dei contaminanti chimici eventualmente rilasciati dal relitto durante il trasferimento, che secondo i tecnici si concluderà nelle prime ore di domani mattina.


In pratica, i ricercatori cagliaritani hanno posizionato tre resine sulla Concordia, una a prua e due a poppa, che sono una sorta di “spugne” naturali in grado di assorbire qualsiasi inquinante e fungere così da indicatore preciso delle emissioni rilasciate dal relitto. Le resine, che sono state installate anche sulla barca a vela dell'Osservatorio Cetacei che precede il convoglio, saranno ritirati prima dell'ingresso della nave nel porto di Genova, e dal confronto tra i valori di quella che si trova davanti e di quelle che si trovano in coda alla Concordia dovrebbero emergere precisamente i valori di inquinamento causati dallo spostamento.

Intanto, proprio l’Ispra ha reso noti i primi risultati dei monitoraggi effettuati con metodi più “tradizionali” dopo il raddrizzamento della nave al Giglio: l’Istituto, che effettua i controlli in collaborazione con l’Arpa Toscana, ha esaminato i campioni d’acqua esaminati una settimana prima e poi durante le operazioni degli ultimi giorni, ed indica che “nessun valore di ecotossicità è stato rilevato per l’alga unicellulare Phaeodactylum tricornutum” che è uno degli indicatori scelti in quanto “rappresentativa della componente vegetale del plancton marino, importante per la sopravvivenza delle popolazioni di organismi che vivono nel mare”. Ispra dice che non risulta “ad oggi” sversamento rilevante di idrocarburi, e continuerà i controlli sulle ceste di cozze precedentemente disposte intorno al relitto e su altri organismi raccolti nella zona, come quelli della fauna ittica bentonica (scorfani e mustelle) ed invertebrati (chiocciole di mare). Sarà compiuto quindi un “complesso set di analisi chimiche, cellulari e tossicologiche (biomarker)” che permetterà di evidenziare se ci sia stato “rilascio e trasferimento al comparto biotico di inquinanti chimici o la comparsa di effetti biologici riconducibili al rilascio di tali composti”.