IN Breve

Il complotto antisardi del Fondo sociale europeo

  • Scritto da Effe_Pi

I fautori del complotto globale e mondiale attaccano la regione sarda per i fondi alle imprese dei migranti, che però sono stanziati a questo esclusivo scopo dall’Europa.

La Sardegna destina due milioni in sei anni (più qualche spicciolo) a sostenere le imprese formate da disoccupati stranieri non comunitari, e apriti cielo, tutta la destra isolana e il complottismo italico si scagliano contro la regione di Cagliari, colpevole di una sorta di “razzismo al contrario”, incurante delle necessità dei tanti cittadini sardi colpiti dalla crisi.
Peccato che i fondi di cui si parla provengano dal Fondo sociale europeo e siano stanziati esclusivamente per questo tipo di progetti, quindi non potrebbero essere usati per altri scopi, da quello ovvio di finanziare “anche” le imprese create dai disoccupati sardi a quello, più fantasioso, di dare questi 2 milioni ai terremotati del centro Italia.
Al coro di accuse partecipa tutta la destra sarda, compreso il consigliere regionale sardista Marcello Orrù, da tempo più vicino a Salvini che ad Emilio Lussu, ma la novità è che stavolta le cronache dell’isola hanno l’onore dell’interessamento di uno dei deus ex machina del complottismo nazionale, il giornalista Maurizio Blondet, che pubblica sul suo blog un intervento sull’argomento, a firma Roberto Pecchioli. Blondet è una delle massime espressioni italiane della “teoria del complotto”, e come dichiara egli stesso nella sua presentazione “fin dagli anni ’90 ha cominciato ad indagare sui poteri oligarchici, finanziari e sovrannazionali, che agendo dietro le quinte della democrazia guidano la storia – e la politica presente, sia sul piano internazionale che interno”.

Nell’articolo, dopo una serie di amenità sulle province sarde e sull’indignazione dei Mamuthones o di qualche “disoccupato reazionario” di Quartu, si suggerisce di dare i soldi in questione “a start up di cittadini italiani, o magari inseriti in un programma dal nome altisonante per sostenere la natalità, che è in picchiata anche da quelle parti, o, se proprio a Pigliaru avanzano denari, devoluta ai terremotati dell’Italia Centrale”. Poi dopo un'altra raffica di luoghi comuni sui sardi che non vivono negli yacht (a parte alcuni degli indignati di oggi, compresi i leader di noti movimenti populisti nazionali) e sugli ospedali che danno la precedenza agli extracomunitari (altra sterile polemica smentita mesi fa), si conclude con una minaccia-auspicio di rivolta popolare contro la regione, sulle ali di una traduzione (piuttosto approssimativa, a dire il vero) di “Su patriotu sardu a sos feudatarios”, che Pecchioli chiama “Procurade, barones, moderare sa tirannia”.
Chissà se sulla situazione dei sardi colpiti dalla crisi pesano di più i 2 milioni destinati alle imprese degli stranieri (che altrimenti non sarebbero mai arrivati) o le centinaia di milioni quando non miliardi di euro di speculazioni attuate sul territorio sardo da ricchi senza scrupoli, spesso stranieri, anche se in quei casi non si sono mai sentite le voci xenofobe della destra politica e dei complottisti.

Alcune di queste le ricorda il leader indipendentista Pietro Franco Devias (Libe.R.U.) in un suo post sui social, dove parla dell’asservimento di molti politici sardi allo straniero, ma “sempre e solo allo straniero ricco”. Questa storia del bando – secondo Devias - ha sollevato “un polverone solo perché questi soldi vanno ai poveracci. Sull’infinità di finanziamenti - quelli sì, soldi nostri - che la Sardegna dà e ha sempre dato a qualsiasi pirata straniero in giacca e cravatta nessuno ha mai protestato. Del resto erano imprenditori, Emiri e Khan di ogni colore e razza, ma avevano ben altra caratteristica: erano ricchi”. L’esponente indipendentista conclude poi segnalando una vicenda di pochi giorni fa, cioè l’accusa alla “Colony Capital di Tom Barrack” di aver evaso 170 milioni al fisco nella vendita della Costa Smeralda all’emiro del Qatar. Vistosi scoperto, Barrack aveva infatti deciso “di accordarsi e siccome ha evaso 170 milioni patteggia e ne paga all’agenzia delle entrate 22,7. All’agenzia delle entrate italiana, s’intende. Cosa è andato ai Sardi per una Sardegna venduta e rivenduta tra stranieri? Niente. Cosa hanno detto questi che oggi fanno i cacciatori di stranieri? Niente. Ma quelli non erano stranieri poveri”.

Foto: CHRISTOPHER DOMBRES su Flickr