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Ryanair chiude due scali in Italia, ma aggiunge nuove rotte

  • Scritto da Effe_E

Ryanair | Foto Flickr Victor (© BY-NC-ND 3.0 IT)

Via equipaggi e velivoli da Alghero, Pescara e presto anche Crotone. Ma si investe su Roma, Milano, Trapani e Bari

Da WIRED

Un articolo di Wired che fa chiarezza sulla bufera che ha travolto l'Assessorato ai Trasporti della Regione Sardegna relativa all'abbandono della compagnia aerea Ryanair dello scalo di Alghero.


Di Simone Cosimi

Ryanair punta i piedi sugli aumenti delle tasse municipali aeroportuali di 2,5 euro (da 6,5 a 9 euro a passeggero, 10 a Roma) e annuncia una serie di chiusure in Italia: Alghero e Pescara non saranno più basi nazionali della low cost irlandese. Di conseguenza salteranno 16 rotte e 600 posti di lavoro, gestiti con prepensionamenti o accordi volontari. Da ottobre si fermeranno anche i voli da e per Crotone.

Il ritocco è incluso nel decreto salva-Alitalia ed è destinato a finanziare il Fondo speciale che garantisce ammortizzatori sociali aggiuntivi ai lavoratori del trasporto aereo; nonostante si chiamino municipali, infatti, dell’aumento alle tasse d’imbarco i Comuni non porteranno un centesimo in più fino al 2018.

“Questo aumento della tassa danneggerà seriamente il turismo italiano, particolarmente negli aeroporti regionali dove la Ryanair porta milioni di visitatori ogni anno, contribuendo all’economia locale per milioni di euro attraverso turisti che spendono molto, supportando migliaia di posti di lavoro”, ha detto il direttore commerciale, David O’Brien.

La tesi, in particolare, è che con la contrazione dei mercati nordafricani e mediorientali il sistema aeroportuale del Paese si renda con questo aumento poco competitivo per le prossime stagioni primaverile ed estiva: “L’Italia consegnerà una opportunità d’oro di crescita ad altre destinazioni in Spagna, Portogallo e Grecia che hanno minori costi per il turismo”. Madrid, per esempio, ha bloccato ogni ritocco di simili balzelli fino al 2022 vedendo crescere rispetto all’Italia il numero dei passeggeri dall’Inghilterra e dalla Polonia (di tre volte) e dalla Germania (di una volta e mezza). C’è tuttavia la possibilità che almeno alcune di queste mosse possano essere riviste. Saga, la società che gestisce lo scalo di Pescara, ha per esempio sottolineato che la compagnia diretta da Michael O’Leary ha comunque indicato “una disponibilità a rivalutare le decisioni assunte”.

Il mercato italiano rimane comunque troppo ghiotto: così, mentre O’Brien protestava, Ryanair annunciava nuove rotte. Quattro da Roma per l’inverno 2016 (Lanzarote, Norimberga, Praga e Sofia), nuovi collegamenti (Alicante, East Midlands, Malaga e Trapani) e un potenziamento di alcune tratte (Atene, Bari, Berlino, Bruxelles, Budapest, Edimburgo e Manchester). Nove le nuove rotte da Orio al Serio (Bergamo) e da Milano Malpensa: Amburgo, Bruxelles, Catania, Danzica, Gran Canaria, Norimberga, Praga, Sofia e Timisoara con l’incremento della frequenza dei voli verso Bucarest, Lanzarote, Madrid, Malaga, Manchester, Vilnius e Varsavia. Insomma, Ryanair non molla l’Italia. Fra l’altro, c’è chi pensa che l’intera partita fosse decisa da tempo e che l’aumento, scattato il primo gennaio 2016, sia stato niente più che un pretesto. Per giunta in linea con simili piani internazionali.

Difficile non pensarlo, visto che Ryanair è la prima compagnia italiana per passeggeri trasportati: nel 2014 ha trasportato 26,1 milioni di persone, poco meno di 3 milioni in più di Alitalia. Alla terza piazza, staccatissima, Easyjet con 13,3 milioni di biglietti staccati. E senza dimenticare i ricchi sussidi locali, specialmente regionali, destinati all’attrazione del traffico low cost sotto etichette come “fondi sviluppo rotte e marketing”: sono circa 150 milioni all’anno, e due terzi li incassano gli irlandesi.