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Podemos, la nuova sinistra studia Gramsci

  • Scritto da Effe_Pi

Gramsci PodemosDietro il successo del movimento degli ex indignati spagnoli e quello di Syriza in Grecia ci sono le teorie del rivoluzionario di Ales, tra i più citati dalla nuova sinistra antiausterità di tutto il continente.

C’è anche un pezzo di Sardegna nel vento nuovo che potrebbe cambiare l’Europa nei prossimi mesi e anni: è quello rappresentato dal pensiero di Antonio Gramsci, semi dimenticato in Italia, dove non lo si studia nelle scuole e pochissimo nelle università, ma che sta tornando prepotentemente in auge nella “nuova sinistra” che ottiene grandi risultati nel sud del continente, in particolare nella Grecia di Syriza e la Spagna di Podemos. Proprio il movimento iberico, che ha ottenuto un grosso successo nelle elezioni amministrative dello scorso weekend (le donne sindaco di Madrid e Barcellona saranno con tutta probabilità quelle sostenute da Podemos) ed è tra i favoriti per le prossime nazionali, cita esplicitamente il teorico di Ales (che visse anche a Ghilarza e Sorgono) come suo ideologo ispiratore: è stato lo stesso leader di Podemos, Pablo Iglesias, a citare più volte il pensatore sardo e le sue teorie sull’egemonia, secondo cui “lo stato è solo una trincea avanzata dietro cui si trova la robusta catena di forti e fortezze della società civile”.

Come dire che non è sufficiente nemmeno conquistare il potere e la gestione delle istituzioni, per chi vuole cambiare la società, ma è necessario avere un’egemonia che Gramsci considerava in primo luogo “culturale”, per riuscire nel lungo periodo ad ottenere una vera trasformazione. In questo senso, a differenza di gran parte della sinistra italiana, gli ex indignati spagnoli sembrano aver compreso appieno la lezione gramsciana: secondo Gramsci, infatti, per diventare classe egemone  è fondamentale il lavoro degli intellettuali e l'uso di media culturali e propaganda. La conquista del potere culturale è quindi “pre-politica”, e si ottiene attraverso l'azione concertata degli intellettuali definiti “organici”. Non a caso, una delle forze più grandi di Podemos è la preparazione intellettuale dei suoi quadri (spesso provenienti dal mondo accademico), e l'uso sapiente di mass media come la televisione. Sempre secondo Pablo Iglesias "Il 90% di un discorso politico è un dispositivo audiovisivo. Il 95% di una campagna politica è un dispositivo audiovisivo”.  Allo stesso modo, probabilmente, gran parte del repentino successo della formazione spagnola viene dalla sua massiccia e abile proiezione attraverso canali televisivi.

Ma non c’è solo la Spagna, anche in altri paesi europei Gramsci torna d’attualità, proprio mentre il principale erede storico del Partito comunista da lui fondato (il Partito democratico di Renzi) sembra approdare a tutt’altri lidi ideologici: In Francia, in Portogallo, in Irlanda, perfino nella culla dell’austerità Germania esistono partiti o movimenti radicali di sinistra che fanno diretto riferimento al rivoluzionario sardo. C’è poi chi è già al governo come Syriza in Grecia, che sotto la guida di Alexis Tsipras ha basato la sua strategia di conquista del potere sulla teoria gramsciana della “guerra di posizione”, poi riformulata negli anni ’70 dall’eurocomunismo dell’altro sardo Enrico Berlinguer in “via democratica al socialismo”.  Secondo questa idea, la classi popolari devono apparire come la forza trainante della società civile e sfidare la società “politica”, arrivando a smantellare il nucleo repressivo dello stato. Fondamentale è il forte coinvolgimento delle “reti” dal basso e mutualistiche, che costituiscono la forza di Syriza e finora hanno consentito al primo partito greco e ai suoi leader di aumentare ulteriormente il proprio consenso anche dopo la vittoria elettorale, pur essendo finora riusciti a realizzare solo alcune delle loro promesse. Il tentativo di democratizzare profondamente la società, cercando di stimolare e allargare il più possibile la partecipazione dei lavoratori e delle classi popolari alla vita collettiva, come previsto dalla teorie di Gramsci, per il momento sembra funzionare nel paese ellenico, e quello greco è un esperimento che sicuramente rappresenta un test fondamentale, per vedere quanto siano applicabili nella società del 21esimo secolo le teorie dell’intellettuale sardo.