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Il mistero della Repubblica tutto sardo di Volpe 132 - Prima parte

  • Scritto da Serpico

La storia in due puntate della scomparsa dell'elicottero della Guardia di finanza al largo della costa orientale sarda il 2 marzo 1994.

Di Serpico

Anche tra gli scorci di rara bellezza della Sardegna si nascondono misteri e segreti inconfessabili.

Uno di questi misteri è la scomparsa di Volpe 132.

La storia: il 2 marzo 1994  un elicottero della guardia di Finanza con a bordo il maresciallo Gianfranco Deriu e il brigadiere Fabrizio Sedda, durante una «missione di ricognizione costiera notturna per la repressione di traffici illeciti via mare,  svanisce nel nulla.

Sono passati 26 anni ma i loro corpi non sono mai stati ritrovati, come neanche il relitto.

Il velivolo cadde infatti in mare e s’inabissò.

La tragedia si consumava davanti alla costa sud-orientale della Sardegna, tra Capo Carbonara e Capo Ferrato.

Verranno ripescati - tempo dopo - solamente alcuni frammenti del velivolo.

La vicenda presenta lati oscuri sin dall’inizio. Iniziano subito i depistaggi e le mezze verità, mentre le indagini militari propendono per un guasto tecnico, un’avaria al motore o errore umano.

Circostanze e atteggiamenti reticenti assumono i contorni foschi ai quali l’Italia è abituata da decenni.  Depistaggi, inquinamento di prove e intimidazioni. La vicenda di Volpe 132 viene subito battezzata l’Ustica sarda, proprio per questo muro di gomma innalzato da qualcuno rimasto ancora nell’ombra, per tenere lontano la verità.

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Timidamente, con il passare del tempo spuntano i primi testimoni.

Alcuni di loro affermano di aver visto il velivolo cadere in mare a Capo Ferrato, dopo aver  visto un lampo di luce e udito un forte boato.

Un’esplosione quindi!

Sono stati abbattuti allora?  Da cosa ? Da chi? Perché?

I due sfortunati militari erano lì per una attività di routine oppure indagavano su qualcosa che doveva rimanere segreto e per questo vennero eliminati?

I testimoni sono convinti di ciò che hanno visto quella tragica sera e lo confermano a più riprese.

Un pastore che è tra i testimoni, tre giorni dopo la scomparsa dell’elicottero riceve la strana visita di un colonello dei carabinieri atterrato nel suo ovile in elicottero. Di questa “visita” non risulta nessuna relazione di servizio.  

Intanto, spariscono i tracciati radar e parti delle conversazioni radio.

Tutti i radar sia civili che militari che quella sera potevano aver visto qualcosa sono ciechi. Una strana coincidenza.  

Persino tra l’elicottero e la “Colombina”, una motovedetta della Fiamme Gialle in supporto a Volpe 132, quella sera c’è un silenzio radio troppo lungo per essere normale. Problemi tecnici, dichiarano frettolosamente i militari. Nessuno sembra preoccuparsene. Poco tempo dopo l’accaduto gli armadietti dei militari scomparsi vengono forzati alla ricerca di qualcosa.

Alcuni colleghi vanno a casa dei familiari per informarli della scomparsa di Volpe 132. Verranno prelevate le pistole in dotazione a Sedda e Deriu. Perché?

I familiari iniziano ad avere dei sospetti e dei brutti presentimenti. Un colonnello della Finanza consiglia alle due famiglie  di non incontrarsi tra loro. Suona strano anche il “consiglio“ del colonello.

Le due famiglie vogliono darsi conforto a vicenda ma viene loro sconsigliato, perché?

Viene proposto persino un funerale di Stato.

I familiari sdegnati rispondono picche. Niente corpi, niente funerali!

Intanto proseguono le testimonianze sulla circostanza che l’elicottero arrivasse non dal mare, come sarebbe normale in un’operazione di ricognizione sotto costa, ma da dietro il monte dei Sette Fratelli e che volasse basso. Una manovra insolita, affermano diversi esperti. Forse finalizzata ad un ottenere un effetto-sorpresa verso chi era intento a svolgere attività illecite.

Ma la cosa più importante è che i testimoni, prima uno poi gli altri, affermano con assoluta certezza che nel punto nel quale scomparve Volpe 132 vi era ormeggiata in rada una nave.  

Una nave mercantile che trasportava container. Per sei mesi questa nave è stata vista ormeggiata di giorno nella rada di Feraxi, mentre di notte si spostava più a sud, verso Capo Carbonara.

In questi mesi viene notato anche uno strano viavai di motoscafi. Contrabbandieri? Trafficanti di droga? La zona è molto isolata, soprattutto d’inverno, poco abitata a parte qualche pastore e qualche pescatore, eppure almeno una ventina di persone confermano di aver notato la presenza della nave in quel periodo.

Una nave che sembrava abbandonata, senza nessuno a bordo, solo di notte si accendevano le luci e si potevano notare movimenti e di persone.

La zona è a ridosso di una importante base militare interforze e in quel periodo erano previste esercitazioni, pertanto l’intera area era preclusa ad ogni natante.

Possibile che la presenza di un mercantile sia passata inosservata cosi a lungo?

I vertici della Guardia di finanza hanno sempre negato con forza la presenza della nave a Capo Ferrato quella sera. La stessa “Colombina” quella sera non poteva non vederla, se si spinse sino al punto nel quale si inabissò Volpe 132.

Dopo la scomparsa dell’elicottero, scompare anche la nave. Altro mistero, anche se qualcuno affermò di averla vista anche dopo quel tragico 2 marzo.

(... Continua