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Alcol e droga: la Sardegna zona a rischio

  • Scritto da Effe_Pi

Due studi dell'ISS e del CNR segnalano l'eccessivo consumo di alcolici tra gli uomini dell'isola e l'uso elevato di droghe come la cocaina negli studenti sardi tra i 15 e i 19 anni.

Saranno la crisi o una particolare tendenza dei sardi, ma negli ultimi giorni due studi segnalano come il vizio e l’esagerazione appartengano agli abitanti dell’isola, in particolare ai suoi giovani. Se qualche giorno fa uno studio del CNR ha affermato che gli studenti sardi tra i 15 e i 19 anni hanno il record tra le regioni italiane per l’uso di cocaina, e sono ai primi posti anche per l’uso di droghe sintetiche, eroina e marijuana, oggi un altro report dell’ISS (Istituto superiore di sanità) piazza l’isola tra le regioni più “a rischio” per il consumo d’alcol, soprattutto tra gli uomini.  Se la prevalenza di consumatori di almeno una bevanda alcolica è in linea con il dato medio italiano, ed è pari al 77,5% tra gli uomini e 48,6% tra le donne, senza differenze significative rispetto allo scorso anno, è superore alla media il consumo di birra e quello di alcol fuori pasto.

Oltre la media anche i consumi in modalità binge drinking (quella preferita dai giovani per la “sbronza” veloce) con il 17,9% tra i maschi e di quelli a rischio secondo i criteri ISS, pari al 29% tra gli uomini, mentre tra le donne i valori registrati sono sempre in linea con quelli nazionali.  Sardegna superiore a molte regioni italiane anche come numero di decessi attribuibili all’alcol, che nell’isola sono 2,99 ogni 100mila abitanti, mentre la media nazionale è pari a 2,55 (come da immagine sottostante, tratta dal report ISS).  In totale, in Italia sono circa 8 milioni i consumatori a rischio di età superiore agli 11 anni, stimati dall’ISTAT e dall’ISS. Di questi, 720 mila sono "heavy drinkers", ossia bevitori pesanti, che consumano una quantità di alcol dannosa per la salute (l’OMS definisce "dannosi" i consumi giornalieri di oltre 40 g di alcol per le donne e più di 60 g per gli uomini).

E il dato di cui si parla per la Sardegna è sicuramente sottostimato, visto che appena il 10% degli heavy drinkers totali italiani (poco meno di 73 mila) viene intercettato e avviato ai servizi alcologici del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Il 90% dei consumatori dannosi resta insomma sommersa, non è intercettata, non fa ricorso ai servizi di diagnosi, cura e riabilitazione e non riceve alcuna forma di trattamento.  "Da una visione d’insieme emerge che nel nostro Paese oltre 720.000 individui non solo sono ‘a rischio’ - afferma Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcol - ma già pazienti con danno d’organo e dipendenza causati dall’ alcol, condizioni tali da richiedere una delle forme di trattamento disponibili nei servizi di alcologia in grado di arrestare la progressione del danno, di prevenire le complicanze e l’evoluzione verso forme più complesse di dipendenza, nonché di avviare un possibile percorso terapeutico e di riabilitazione".