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Artigianato digitale: quali sono i 10 Fablab più importanti d’Italia

  • Scritto da Effe_E

FabLab | Foto Aurelie Ghalim (© BY-NC-ND 3.0 IT)

Nato negli Usa, il fenomeno si è diffuso anche nel nostro Paese. E a Rovereto c’è l’officina più grande d’Europa

Da WIRED

Il Fablab Cagliari tra i 10 più importanti d'Italia!


di Ida Artiaco

Creatività e innovazione. Sono questi gli ingredienti del successo dei cosiddetti FabLab, letteralmente “laboratori di fabbricazione” che, attraverso la stampa 3D e altri software sofisticati, permettono agli inventori 2.0 e ai Maker di realizzare le proprie idee. Si tratta di vere e proprie officine che forniscono agli utenti servizi personalizzati per la produzione di qualsiasi tipo di oggetto, reale o virtuale, secondo i principi che regolano l’artigianato digitale.

Nato negli Stati Uniti all’inizio degli anni Duemila, questo fenomeno si è pian piano diffuso in tutto il mondo. Anche l’Italia non è da meno. Qui i primi FabLab sono nati nel 2011, ma è nel 2014 che si sono moltiplicati su tutto il territorio nazionale. Oggi ce ne sono 70, per un community totale di più di tremila utenti registrati o associati, secondo l’ultimo censimento dei Laboratori di Fabbricazione digitale, pubblicato dalla Fondazione Make in Italy Cdb. Questi spazi sono aperti a tutti coloro che abbiano passione, creatività e voglia di sperimentare. Non serve necessariamente essere specializzati in qualcosa in particolare.

Non si deve, dunque, andare Oltreoceano per dare forma alle proprie idee. Abbiamo provato a stilare la top ten dei FabLab italiani, per numeri, storia e innovazione, con qualche piacevole sorpresa.

10. SYSKRACK LAB

Il laboratorio si trova in provincia di Matera, in Basilicata: qui è possibile esprimere liberamente la propria creatività in termini di tecnologia, informatica, domotica, hacking, elettronica e quanto altro, tutto in pieno stile “Peps”. Il Fablab è infatti dedicato alla memoria di Giuseppe Porsia, maker e avventuriero lucano morto qualche anno fa. Poco dopo la sua morte è nata l’associazione che poi ha dato vita al Syskrack Lab, una realtà concreta che potesse rispecchiare il suo modo di vivere, “travolgente come la sua voglia di fare e cambiare le cose”.

9. FABLAB “VITTORIO EMANUELE II”

Non è tra i più grandi, né tra quelli di più lunga data. Ma ha un grande valore simbolico perché è il primo FabLab scolastico del Sud Italia, nato all’interno dell’Istituto Tecnico Industriale “Vittorio Emanuele II” di Palermo. Si tratta di un laboratorio con una piccola officina per la realizzazione di prodotti digitali personalizzati, con computer, stampanti 3D e altri software per trasformare i progetti in cose reali. Possono essere utilizzati non solo dagli studenti, ma in orario extrascolastico anche da curiosi e appassionati di tecnologia.

8. FABLAB “CITTÀ DELLA SCIENZA”

Anche in questo caso, l’importanza del luogo è più che altro simbolica. Dopo l’incendio di cui fu vittima la struttura a Napoli nel marzo del 2013, è stato portato avanti un progetto, dal valore complessivo di tre milioni di euro, per la realizzazione della “Città della Scienza 2.0. E’ stato così creato un laboratorio altamente innovativo per la produzione, attraverso strumenti digitali, di oggetti tecnologici. Accanto ad un sistema di macchinari a servizio di startup e pmi che operano in questo settore, il progetto prevedeva anche la realizzazione di una officina museale di nuova generazione, il cosiddetto Exhibit FabLab, con la collaborazione di studenti e ricercatori.

7. FABLAB CAGLIARI

È uno dei numerosi laboratori della regione Sardegna. Altri ce ne sono a Pula, Sassari, Nuoro e Olbia. Quello del capoluogo è incentrato sulle interazioni tra l’analogico e il digitale e le connessioni tra i piccoli laboratori artigiani del centro storico, le comunità di coworker, maker, artisti, designer, architetti con le comunità internazionali e i Fab Labs della FabFoundation. È nato dall’idea di una donna, Francesca Mereu, che aveva già collaborato con Sardegna Ricerche, altro importante polo digitale dell’isola.

6. MAKEINBO

Promozione della cultura Open Source, Do it Yourself e della Digital Fabrication: questi gli obiettivi del primo FabLab di Bologna. Di questa community, che ruota intorno all’omonima associazione e conta oggi centinaia di iscritti, fanno parte architetti, ingegneri, artisti e neofiti. In poche parole chiunque sia un Maker. Come scrivono sul loro sito internet, “fabbrichiamo le idee, condividiamo il sapere, le mani, le macchine”.

5. WEMAKE

Si trova a Milano ed è iscritto alla rete internazionale dei FabLab. La sua community è fatta di persone e di imprese che vogliono scommettere sull’innovazione. All’interno di questo spazio sono offerti servizi di co-progettazione, team building e formazione, sia individuale che collettiva. Nato nel 2014 dall’esperienza di altre officine simili, è specializzato soprattutto nella moda e nel design. Mettendo a disposizione stampanti 3D, laser cut e schede di progettazione Arduino, non mancano anche macchine da cucire professionali e quelle per la maglieria. Collabora direttamente con le aziende del settore. Largo spazio ai creatori di tecnologia indossabile.

4. TAG MILANO

Spazi di creatività dedicati alla realizzazione di prototipi si trovano anche nella nuovissima sede di Talent Garden, inaugurata a Milano Calabiana solo qualche mese fa, ma già molto popolare in almeno 12 città in Italia e in Europa. Questo campus è però il più grande di tutti. Si tratta più che altro di una grande rete di coworking, in cui non manca l’attenzione alle officine digitali, reinventando uno spazio di lavoro tra innovazione e Digital Fabrication.

3. ROMA FABLAB MAKER

È la prima officina digitale della Capitale, con sede a Garbatella. Tra gli obiettivi principali, diffondere i principi dell’innovazione nel tessuto imprenditoriale della Regione e stimolare la cultura della fabbricazione 2.0. Il tutto attraverso i paradigmi dell’Open Source e della Sharing Economy. Migliaia di visitatori ogni anno frequentano corsi e incontrano artigiani, hobbisti e semplici curiosi. Dai wearable alla domotica, dal food al design, ci si può trovare di tutto.

2. FABLAB TORINO

Tra i pionieri dei FabLab italiani, il makerspace della città piemontese nasce per raggiungere un solo obiettivo: portare la fabbricazione digitale in un luogo fisico, dove macchine, idee e persone si mescolano liberamente dando vita a cose nuove. Sorge all’interno di un ufficio R&D di Arduino a Torino. Si rivolge a curiosi, studenti e aziende. Al suo interno operano professionisti specializzati in diversi campi. Per cui, se una impresa è interessata ad approfondire un aspetto in particolare può trovare proprio qui un valido aiuto,

1. WITLAB

Si tratta di uno dei più grandi Fablab d’Europa e si trova a Rovereto. Il nuovo spazio, su una superfice totale di oltre 300 metri quadrati e all’interno di Progetto Manifattura, nasce per dare la possibilità a tutti di realizzare le proprie idee. Tutte le tecnologie sono messe a disposizione da Witlab, così da arrivare facilmente allo sviluppo del primo prototipo. Nasce dall’esperienza di una startup innovativa, la Witted Srl, che si occupa dello sviluppo di materiali in ambito ecologico e medicale.