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Renzi e M5S all'attacco delle testate online

  • Scritto da Effe_Pi

Protesta BudapestApprovato al Senato un emendamento che impone dure sanzioni alle testate web, mentre in Ungheria si protesta per la libertà di internet.

Passa la norma ammazza blog al Senato, proposta dal Movimento 5 stelle e approvata dal governo Renzi. È successo ieri nell’aula di Palazzo Madama, durante la votazione del Ddl sulla diffamazione, quando la senatrice dei Cinque Stelle, Serenella Fucksia, ha presentato un emendamento all’articolo 1 della legge, che prevede l’estensione delle sanzioni alle "testate giornalistiche online registrate". La multa arriva a un massimo fino a 10mila euro o se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato falso la cui diffusione sia avvenuta con la consapevolezza della sua falsità, fino a 50mila euro. L'emendamento aveva ricevuto il parere favorevole del governo.

Una novità particolarmente sorprendente perché proposta proprio da quei Cinque stelle che hanno basato le loro fortune principalmente su un blog, quello di Beppe Grillo, e dovrebbero sapere benissimo che tante testate online, anche registrate, sono gestite con pochissimi soldi e da persone che lo fanno con spirito di volontariato più che per guadagnare, ma in questo modo saranno scoraggiati dal pubblicare qualsiasi notizia “scomoda” per timore di una denuncia e delle multe conseguenti. Se infatti una sanzione di 50mila euro è praticamente indifferente per Grillo o le grandi testate nazionali, per un piccolo sito di informazione può essere una mazzata che lo porta dritto alla chiusura.

Del resto, che la libertà di internet sia sotto tiro lo dimostrano le notizie dal mondo, ad esempio dall’Ungheria, dove domenica oltre 10mila persone sono scese in piazza, a Budapest, per protestare contro una nuova tassa sul web che potrebbe limitare pesantemente il diritto a navigare (e quindi a informarsi) dei cittadini magiari. Il governo nazionalista e con elementi di estrema destra di Viktor Orban, cui molti populisti europei inneggiano nonostante la sua politica autoritaria (lo fanno per la sua opposizione all’euro e alle istituzioni comunitarie), ha infatti deciso di imporre una tassa che costringerà gli utenti a pagare 50 centesimi di euro circa per ogni gigabyte navigato. Una marea di smartphone ha quindi invaso il centro della capitale, mentre altri dimostranti hanno lanciato vecchi computer contro la sede centrale di Fidesz, il principale partito al governo, con tanto di scontri con la polizia.