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Fondi Ue: alla Sardegna quasi un miliardo

  • Scritto da Effe_Pi

Fondi UE SardegnaSecondo una stima di Confindustria nell'isola arriveranno circa 972 milioni di euro di risorse provenienti dall'Europa.

Nonostante le accuse piovute da più parti sulla gestione delle risorse europee negli ultimi anni, anche nei prossimi sette anni la Sardegna potrà contare su 972 milioni di euro di fondi della UE, provenienti dalla programmazione comunitaria in discussione a Bruxelles in questi giorni. Nell’isola, quindi, tra il 2014 e il 2020 arriveranno quasi un miliardo di euro di risorse continentali, sperando che la Regione e gli altri soggetti interessati riescano a spenderli per investimenti utili alla collettività, senza doverli rimandare indietro come già successo in passato.

L’importo è sostanzialmente lo stesso disponibile per il periodo 2007 – 2013, almeno secondo le stime di Confindustria Sardegna, basate della proposta di Accordo di partenariato presentata dal ministro per la Coesione territoriale, Carlo Trigilia, e trasmessa alla Commissione europea. "Se sarà approvata la proposta avanzata dal governo – spiega l’associazione degli imprenditori sardi col suo presidente, Alberto Scanu – disporremo complessivamente di oltre 1.940 milioni di euro tra fondi comunitari e cofinanziamento". In totale, l’Italia beneficerà nei prossimi anni di oltre 32 miliardi di euro di soldi dall’Europa per fare bandi, di cui 1,1 miliardi dovrebbero essere destinati alle regioni “in transizione” (Abruzzo, Molise, Sardegna e Basilicata), sembra quindi difficile che quasi un miliardo sia riservato alla sola isola.

Tra le voci tematiche, ben 3,19 miliardi di fondi “italiani” saranno dedicati a ricerca e innovazione, 4 miliardi verranno destinati alla mobilità dei lavoratori, altrettanti finiranno invece all’istruzione, mentre 3,1 miliardi andranno alla riduzione delle emissioni di carbonio. Positivo il giudizio sull’allocazione decisa dal nostro paese secondo Bruxelles, in particolare è intervenuto il commissario alle Politiche regionali, Johannes Hahn, dicendo che "è già possibile dire che l'allocazione indicativa delle risorse tra gli obiettivi va nella direzione giusta: più risorse per occupazione, ambiente, innovazione e Pmi, e meno risorse per le infrastrutture dei trasporti. Questa focalizzazione su settori chiave rappresenta una benvenuta discontinuità rispetto al passato e alla tendenza di diffondere le risorse a pioggia, riducendone l'impatto".