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Sant'Efisio listato a lutto, primo maggio di sofferenza

Festa a lutto in una Cagliari vuota come nel 1943 sotto i bombardamenti, si invoca l'intercessione del santo per sconfiggere la nuova peste Coronavirus.

La 364esima Festa di Sant'Efisio a Cagliari, quest'anno, in piena emergenza Covid-19, si svolge in un clima surreale, senza le migliaia di fedeli e turisti che affollano il percorso della processione e senza i colori e i canti della cultura tradizionale della Sardegna: in una città deserta, con le celebrazioni riservate a pochi intimi e senza cocchio trainato dai buoi. Al posto della grande processione dell'1 maggio in città ci sarà, domenica 3, un trasferimento tecnico a bordo di un pick-up della Croce Rossa Italiana verso la chiesetta di Nora, il luogo del martirio del Santo. Lì alle 11 verrà celebrata la messa dall'Arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi.

Poi il rientro in città, sempre domenica,con lo scioglimento del voto della cittadinanza che nel 1652 s rivolse al Santo per chiedere la liberazione della città dalla peste. Una Festa ridotta all'osso un po' come fu quella del 1943, con il simulacro del Santo portato sopra un camioncino che si aggirò tra le macerie di una Cagliari bombardata. E proprio come nel 1652 il Comune, rappresentato dall'Alter Nos Raffaele Onnis, che proprio oggi ha ricevuto in forma privata l'investitura dal sindaco Paolo Truzzu, rivolge una preghiera simile: "Invochiamo Sant'Efisio affinché interceda per noi perché possa ritornare un momento di serenità per tutti e perché, come in passato, possa liberarci da questo virus".