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Mesina: condanna per droga come pena di morte

Il bandito nega i reati che gli sono stati attribuiti dopo la grazia, per i quali è stato condannato a 30 anni in primo grado, in particolare per traffico internazionale di stupefacenti.

Una condanna che è come una pena di morte, secondo il bandito Graziano Mesina. "Per me quella condanna di primo grado è stata come se mi avessero dato la pena di morte", ha detto Mesina collegato in videoconferenza dal carcere nuorese di Badu 'e Carros, da dove ha rilasciato oggi una lunghissima dichiarazione spontanea al processo d'appello, dopo la condanna a 30 anni per associazione a delinquere legata a un traffico internazionale di droga.

 Nella piccola cella del penitenziario nuorese, con accanto l'avvocata Beatrice Goddi, l'imputato eccellente del procedimento che si sta svolgendo davanti alla Corte d'appello di Cagliari, ha ribadito di non aver "mai commesso reati dopo la grazia".