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Il fascino discreto del fascismo in Sardegna

  • Scritto da Effe_Pi

Molti gli episodi nell'isola che sembrano segnalare un aumento dei nostalgici del regime mussoliniano, sia nelle istituzioni che fuori, l'ultimo al comune di Siniscola.

È stata una delle ultime regioni ad arrendersi al regime di Mussolini, ma ora la Sardegna sembra sperimentare rigurgiti di fascismo, xenofobia e in generale simpatie di estrema destra. Per la regione che ha dato i natali a grandi antifascisti come Antonio Gramsci ed Emilio Lussu, che proprio nel suo “Marcia su Roma e dintorni” ha descritto benissimo come l’isola sia stata forse l’ultima terra “italiana” ad arrendersi al fascismo storico, sembra quasi una sorpresa, ma gli episodi si moltiplicano, dentro e fuori le istituzioni, e bisogna arrendersi all’evidenza che il neofascismo esercita ancora un fascino sorprendente su una parte dei sardi.
L’ultimo episodio è quello che ha visto protagonista l’assessora alla cultura del Comune di Siniscola, Paola Fadda, che ha pubblicato (e poi rimosso) sui social un video, girato durate una gita anziani a Predappio, centro della Romagna dove si trova la tomba di Mussolini, in cui incita un suo parente a fare il saluto romano. La polemica che ne è seguita non sembra peraltro aver creato particolari problemi alla giunta civica del paese (con dentro esponenti di destra), visto che il sindaco Pierluigi Farris ha minimizzato, parlando di evento che “non ha nulla a che vedere con la vita politica e amministrativa” di Siniscola.

La marcia su Roma elogiata su Facebook

Non è certo il primo episodio di questo tipo che si registra negli ultimi anni: nel 2013 un messaggio Facebook dell’allora presidente del consiglio comunale di Porto Torres, Ivan Carmelli, aveva suscitato polemiche e un’interrogazione parlamentare, visto che l’esponente di destra aveva voluto commemorare l’anniversario della marcia su Roma mussoliniana scrivendo “28 ottobre 1922. L’inizio di un glorioso percorso”. In quel caso Carmelli era stato costretto a una precipitosa retromarcia, cancellando il messaggio incriminato dalla sua bacheca, anche se aveva mantenuto come immagine di profilo la foto di una scritta sul muro che recitava “Memento audere semper” (Ricordati di osare sempre), slogan dannunziano ripreso dal fascismo storico. Il problema non riguarda però soltanto la destra: una consigliera comunale sassarese del Movimento 5 stelle, Desiré Manca, l’anno scorso ha postato sui social una sua foto all’ingresso di un ristorante, con sorriso smagliante, generosa scollatura e busto del duce in braccio. La foto è stata successivamente rimossa, e anche in quell’occasione l’esponente grillina ha negato simpatie fasciste, che nel suo caso non sarebbero possibili per “pensiero ed indole e poi anche per anagrafe”.

E i leghisti sardi sono in fondo a destra

C’è poi il mondo del leghismo sardo, il franchising creato da Matteo Salvini per sfondare al Sud, che in Sardegna quasi sempre si declina nella galassia dell’estrema destra: così ad esempio ci sono stati gli auguri di essere stuprata alla giornalista Francesca Mulas, comparsi sulla pagina Facebook del segretario del Movimento sociale sardo – Destra regionale, Daniele Caruso, sotto un post che attaccava la cronista per i suoi articoli, con commenti come quello che recitava “un giorno quando un maomettano arrapato la violentera verrà strisciando a chiedere pietà ! Tie’ beccati questa pennivendila di regime !!”. Da ricordare poi gli scontri a Cagliari, in via Dante, tra gli esponenti dello stesso Movimento e giovani di sinistra, subito dopo la richiesta della Lega Nord di sospendere le cure mediche ai migranti “non regolari”, e quelli in piazza Matteotti in occasione di un recente pranzo antirazzista organizzato dal Coordinamento antifascista cagliaritano.

Foto: Pixabay | CC0 Public Domain