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Porto Torres: apologia di fascismo in comune

  • Scritto da Effe_Pi

Memento Un messaggio su Facebook del presidente del consiglio comunale esalta la marcia su Roma ed è polemica.

Apologia di fascismo a Porto Torres, e non da un cittadino qualsiasi, ma dal presidente del consiglio comunale, Ivan Cermelli, che sul suo profilo Facebook, lo scorso 28 ottobre, ha voluto commemorare l’anniversario della Marcia su Roma mussoliniana scrivendo “28 ottobre 1922. L’inizio di un glorioso percorso”. Un messaggio che ha provocato subito dure reazioni da parte dell’opposizione di centrosinistra in comune, costringendo anche il sindaco di Porto Torres a prendere le distanze dal suo compagno di maggioranza, e che ora arriva anche in Parlamento, con l’intervento sul tema del deputato sardo di Sel, Michele Piras.

 Piras infatti, sempre tramite social network, ha annunciato che scriverà “al Ministro dell’Interno chiedendo di far intervenire il Prefetto, affinché nel Comune di Porto Torres venga immediatamente ripristinata la legalità e garantito il rispetto della Costituzione, delle Leggi e della Storia di questo Paese”. L’apologia di fascismo, ricorda Piras, “è un reato penale – disposto dalla L.645/52 ed aggravato della Legge Mancino – che non può essere derubricato a fatto privato e cancellato da improbabili scuse, tanto più se a pronunciare frasi celebrative della Marcia su Roma è uno dei massimi rappresentanti di una Istituzione locale”.

Cermelli, infatti, era stato costretto a precipitose scuse, precisando tuttavia di aver scritto sulla sua pagina Facebook e “non su un organo di stampa”, né tanto meno “svolgendo la funzione di presidente del consiglio. Ho scritto come libero cittadino che esprime le proprie idee in un luogo confidenziale dove chiunque può leggere o meno ciò che scrivi: come se il nostro vicino di casa, per essere chiari, fosse indignato per le parolacce che esprimo in casa mia e lo fa origliando alla parete di confine". Non basta per il deputato di Sel, il quale chiede che l’esponente Pdl venga “allontanato dall’istituzione democratica che indegnamente rappresenta, nata per l’appunto dalla lotta contro la barbarie nazifascista”, la stessa che Cermelli definisce una “storia gloriosa”. Del resto, se il messaggio “incriminato“ non sembra essere più visibile, sulla bacheca del Presidente del consiglio comunale continua a campeggiare la bella foto di una scritta sul muro che recita “Memento audere semper” (Ricordati di osare sempre), slogan dannunziano ripreso dal fascismo storico.