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Punteruolo rosso: a rischio l'agricoltura sarda

  • Scritto da Effe_Pi

Allarme di Coldiretti per oltre 2500 posti di lavoro nell'isola, la Regione Sardegna integra il suo piano territoriale per la lotta al pericoloso coleottero, che partendo dalle palme può mettere in pericolo tutta la vegetazione.

Un nuovo allarme per l’agricoltura sarda: è quello che viene dal Punteruolo rosso, insetto che si sta diffondendo a macchia d’olio su tutto il territorio dell’isola, mettendo a rischio la nostra flora naturale e oltre 2mila 500 posti di lavoro nel settore agricolo. A preoccuparsi per la situazione è la Coldiretti Sardegna, che sottolinea come quest’anno le anomale temperature invernali, nettamente più calde della media stagionale, abbiano portato a un’infestazione ancora più veloce da parte del pericoloso coleottero. Secondo le statistiche dell’associazione di categoria, infatti, a partire dal 2007, anno in cui ha fatto la sua prima comparsa sul territorio sardo, la presenza del Punteruolo si sarebbe già estesa ad oltre due terzi dei comuni dell’isola.

Il Punteruolo rosso colpisce in primo luogo le palme da quella delle Canarie e quella da dattero, ma anche specie di interesse economico quali la palma da cocco e quella da olio e il rischio concreto è che da lì si trasferisca su specie secondarie o addirittura sulla flora naturale tipica del paesaggio sardo. In risposta all’allarme, la Regione Sardegna ha pubblicato proprio oggi sul suo sito web una “integrazione al piano” per la lotta al Punteruolo sul territorio: in particolare, l'Assessorato all'Agricoltura, “alla luce dei nuovi focolai riscontrati, ha integrato con l’aggiornamento delle zone delimitate al 31 gennaio 2016”.

Un intervento immediato è quello che ha chiesto anche il presidente di Coldiretti Battista Cualbu, secondo cui bisogna mettere in campo “soluzioni efficaci ed operative”, visto che fino a questo momento “le azioni di contrasto non sono state all’altezza” e forse “si sta sottovalutando il problema perché ad oggi non esiste un sistema di controllo minimamente efficace”. La lista dei comuni coinvolti continua ad allungarsi, mentre si continuerebbero “a disattendere le applicazioni delle ordinanze di tutela che l’autorità preposta continua ad emanare periodicamente”. Per il presidente di Uecoop Vittorio Cadau “il rischio, sempre più concreto, è quello che l’infezione dell’insetto si trasferisca su specie secondarie, o peggio sulla flora naturale tipica del paesaggio sardo. Per questo occorre un serio piano di eradicazione che si basi sull’impiego di tutti i mezzi tecnici e le risorse. Purtroppo però rileviamo l’assenza di una strategia generale, scarse misure di coordinamento tra soggetti pubblici e soprattutto il mancato coinvolgimento dei privati”.