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Capotreno aggredita: per Cisl "continue aggressioni" nei trasporti

  • Scritto da Paolo Ardu

Intervista al segretario regionale della Fit - Cisl Sardegna, Valerio Zoccheddu, che chiarisce la posizione del sindacato sulla vicenda dell'aggressione alla capotreno del convoglio Porto Torres - Sassari di sabato scorso.

Le aggressioni a chi lavora nei trasporti pubblici? sono continue e al sindacato non interessa il colore della pelle di chi aggredisce, ma nel caso della capotreno del treno Porto Torres - Sassari, che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi, il segretario regionale della Fit - Cisl Sardegna, Valerio Zoccheddu, conferma ad IteNovas.com la posizione della sua organizzazione. La Cisl è preoccupata dalle "continue aggressioni" ai lavoratori e non dalle possibili strumentalizzazioni politiche, e definisce la "smentita" di Trenitalia (che sembra condivisa anche dalla Questura) "a dir poco imbarazzante se non gravissima", aggiungendo che la maggior parte delle donne che subiscono molestie non sporge denuncia e se qualcuno ha indotto la capotreno "a minimizzare" è questione che non riguarda il sindacato.

La vicenda dell'aggressione alla capotreno a Porto Torres è stata ripresa anche dalla stampa nazionale, però ancora non è chiara la dinamica dei fatti. C'è qualche novità a riguardo?

Noi ci occupiamo di fare sindacato quindi non siamo noi a verificare attentamente la dinamica dei fatti, dovrebbero essere l'azienda che ha alle dipendenze la capotreno che ha subito l'aggressione e le forze dell'ordine a dover fare gli approfondimenti del caso. Noi abbiamo esclusivamente raccolto la testimonianza di una dipendente, peraltro neanche iscritta, ed è quella presente nel comunicato stampa che è stato poi ripreso dalla stampa nazionale. Confermiamo che questa è la versione di chi ha subito l'aggressione. La smentita di Trenitalia è a dir poco imbarazzante se non gravissima, perché pubblica una dichiarazione senza neanche aver verificato lo stato di salute della propria dipendente, che è stata visitata nell'ospedale di Alghero e ha ricevuto un certificato che attesta il grave stato di shock, venendo messa a riposo per infortunio. Siccome l'infortunio viene dato per uno stato di salute che non garantisce le condizioni lavorative, l'azienda avrebbe dovuto almeno informarsi invece di scrivere cose false. Abbiamo due fatti certi: uno certificato dalla polizia ferroviaria, che a Sassari ha preso i dati ad un gruppo di giovani nigeriani, senza biglietto a bordo del treno, l'altro è la dichiarazione della capotreno, che ha dichiarato di essere stata aggredita, ha un certificato ed è tuttora in infortunio. Questi sono due fatti, poi uno può trarne le conseguenze che ritiene. Siccome la verità viene addomesticata a seconda delle esigenze, c'è chi la strumentalizza per la questione dei migranti, altri per lo stesso motivo ma con opposti interessi politici. Noi abbiamo fatto il nostro mestiere di sindacalisti, poiché la questione è diventata intollerabile non solo per Trenitalia ma anche per le aziende di trasporto pubblico locali. È recentissimo un altro fatto occorso ad una nostra delegata. Il 7 di maggio è stata aggredita da un extracomunitario di un centro di accoglienza del posto, ed è andata al pronto soccorso di Arst ad Olbia, a Porto Pozzo. Quotidianamente a Sassari i dipendenti di Atp, l'azienda pubblica, si lamentano di aggressioni, io credo che sia forse il momento di fare il punto della situazione con le forze dell'ordine, la prefettura e l'azienda. Questa è la nostra posizione.

Ma se ci fosse stata un'aggressione o violenza sessuale la capotreno avrebbe dovuto denunciare l'accaduto. Non è la prima volta che sui treni in Italia ci siano discussioni tra controllori e passeggeri sui biglietti.

Perché, a lei risulta che tutte le donne che ricevono attenzioni sessuali sporgono denuncia? Quando sento queste cose resto sconcertato, basito. Per dire poco. Tra l'altro me l'ha detto anche un'altra giornalista. A lei risulta che le donne che subiscono un'aggressione sessuale il giorno dopo sono pronte a denunciare? A me risulta l'esatto contrario, la maggioranza neanche denuncia. Se poi la signora riterrà di farlo nei prossimi giorni, è una scelta su cui non posso esprimermi nel merito. Di fatto sono queste le cose successe e da lei dichiarate. Se qualcuno poi l'ha indotta a minimizzare è una cosa che a me non riguarda, io ho solo raccolto la testimonianza.

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Il vostro comunicato stampa parla di aggressione e molestie a sfondo sessuale, ma né Trenitalia né la Questura hanno confermato. C'è differenza tra un diverbio anche acceso e una molestia sessuale, non crede?

Si, ma chi lo dice che è stato un diverbio? Come possono Trenitalia e Questura dire che non c'è stata violenza? Per Trenitalia è stato un diverbio perché la capotreno non ha sporto denuncia. I fatti sono quelli che ho appena detto. Lei (la capotreno, ndr) ha detto di essere stata minacciata. Ho una testimonianza diretta, anche scritta. Se invece, ripeto, è stata indotta da qualcuno a minimizzare, questo è un altro aspetto.

I presunti violentatori sarebbero nigeriani, maschi dalla pelle nera, migranti. Di questi tempi benzina sul fuoco di una propaganda nazionalista e razzista. Come affronta la Cisl questo discorso nei comunicati stampa?

Mi vengono ripetutamente tirate fuori queste storie. La nostra posizione l'abbiamo espressa in maniera chiara. A me delle strumentalizzazioni politiche mi interessa pochissimo. A me interessa che i lavoratori sul posto di lavoro abbiano garantita l'incolumità e non mi interessa nemmeno di minimizzare con la paura che qualcuno strumentalizzi. La posizione del sindacato è che non se ne può più delle continue aggressioni e il colore di chi le fa non mi interessa. Io tutelo i lavoratori, qualcuno dovrebbe tutelare anche gli utenti visto che sono interessati anche loro da questa situazione insostenibile nel trasporto pubblico locale. Se si ha paura di chiedere il titolo di viaggio sui mezzi pubblici si sta superando il livello di guardia. Evidentemente la stampa è molto più preoccupata da eventuali strumentalizzazioni e fiammate di odio che da questo. Abbiamo chiesto e sollecitato la prefettura ad un incontro a livello nazionale, per sapere come può essere garantita la tutela. Dal Friuli mi hanno risposto che il prefetto ha già avuto due incontri con azienda trasporti, forze dell'ordine e sindacati.

Foto | cislbasilicata su Flickr