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Il sindaco di Olbia contro il cemento selvaggio

  • Scritto da Effe_Pi

Alluvione OlbiaGiovannelli attacca: i problemi di dissesto della città causati in primo luogo da tre condoni negli ultimi trent'anni.

Il cemento come primo responsabile della tragedia sarda, al di la dei problemi di allerta e soccorsi e delle teorie del complotto che girano su internet. A dirlo sono in tanti, non solo ambientalisti e geologi, ma ad esempio lo stesso sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, in interviste alla stampa nazionale. Proprio il primo cittadino della città più colpita dall'alluviuone di lunedì scorso, dice infatti che i problemi di Olbia partono ''dai tre condoni edilizi degli ultimi 30 anni, che hanno sanato situazioni di palese e pericolosa illegalità in una città che si era ampliata in modo selvaggio, a rimorchio del successo della Costa Smeralda, con case costruite nell'alveo dei fiumi". La città ha oggi 16 quartieri abusivi, e adesso Giovannelli dovrebbe "espropriare le case di migliaia di persone e abbatterle: è impossibile''. Il comune poi ha "in cassa cinquanta milioni, ma per il patto di stabilità non li possiamo usare. Il piano per la limitazione del rischio c'è, e se il governo ci desse la possibilità potremmo intervenire per mitigare il danno, ma l'esecutivo ha paura di sforare il rapporto deficit-Pil''. Già due anni fa, racconta il sindaco, "chiesi al governo Berlusconi di liberarci dal vincolo del patto per mettere in sicurezza il territorio. E ho fatto la stessa richiesta anche a Monti. Niente da fare''.
 
Ma il cemento non sembra essere il problema principale dell'isola per il governatore in carica, Ugo Cappellacci, che difende le cubature già previste anche dopo il disastro di questi giorni: parla ad esempio del piano del golf in Sardegna, che sarebbe "decisivo per il turismo invernale: 25 campi, oggi ce ne sono tre''. Quanto ai tre milioni di metri cubi di ristoranti, alberghi e case che sorgeranno intorno ai campi, ''dovrò pur dare a un golfista una club house, un posto dove mangiare bene. Ci saranno dei volumi, è così in tutto il mondo''. Cappellacci rivendica il Piano paesaggistico approvato dalla sua giunta, contestato da più parti, ministero dei beni culturali incluso: "non credo nella teoria: non si costruisce più niente. Troppi vincoli ci impediscono di crescere''. Il governatore si vanta di ''una storia di sostegno alle energie rinnovabili" (anche se l'eolico gli ha causato qualche guaio con la giustizia) e si dichiara "contro il nucleare e per uno sviluppo rispettoso". Intanto, mentre Cappellacci pensa a costruire, tutta Italia celebra il lutto nazionale per la Sardegna: gli edifici pubblici tengono le bandiere a mezz'asta, mentre questa mattina in tutte le scuole del Paese è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime dell'alluvione. Un minuto di raccoglimento anche nello sport. In tutti i campi e palazzetti dove si svolgeranno incontri ufficiali, in questo fine settimana, prima dell'avvio gli arbitri faranno osservare un breve silenzio.

E a rilanciare la lotta al dissesto idrogeologico, su scala nazionale, è Sel (Sinistra ecologia libertà), che ieri al Parlamento ha organizzato una conferenza stampa per presentare un "piano straordinario" in questo senso. Nell'occasione, il capogruppo del movimento alla Camera, Gennaro Migliore, ha attaccato il premier Letta definendo ''scandaloso che invece di concentrarsi sul dramma umano e infrastrutturale che ha investito la  Sardegna, il presidente del Consiglio abbia incontrato Francois Hollande per ribadire la costruzione del Tav, grande opera che in questo momento appare più che mai inutile. La risposta del governo è deficitaria sia nel breve sia nel lungo periodo''. Per sostenere "una programmazione politica, senza rincorrere le emergenze", Migliore ha chiesto "che il governo dia luogo ad una conferenza nazionale sul dissesto del territorio, un tavolo con i ministeri di infrastrutture, ambiente e agricoltura. Spesso, infatti, vengono predisposte azioni non coordinate e noi pretendiamo che ci sia, invece, una regia unica. Serve una politica che sia in grado di programmare gli interventi e la proposta di Sel è di mettere a disposizione 10 miliardi di euro di investimenti, da escludere dal Patto di stabilità, per la messa in sicurezza del territorio, la prevenzione, l'efficienza energetica degli edifici". Il piano, oltre a mettere in sicurezza il territorio, creerebbe 200mila nuovi posti di lavoro, a partire dalla Sardegna dove la settimana prossima una delegazione di parlamentari di Sel incontrerà gli amministratori locali dei territori in difficoltà, dopo che un emendamento presentato dal gruppo al Senato ha stanziato oltre 100 milioni di fondi per affrontare i problemi dell'isola nel breve periodo.