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Una barchetta per ricordare la cacciata dei Savoia

  • Scritto da Effe_Pi

La proposta arriva su Facebook per Sa die de sa Sardigna del 28 aprile, in occasione della quale si invita a usare la tecnica dell’origami per celebrare il fondamentale evento della storia sarda del 1794.

Una barchetta per simboleggiare la ribellione dei sardi contro i piemontesi e più in generale contro tutti gli invasori venuti da fuori a decidere per loro. È questo il significato del concorso “Regala una barchetta per il 28 aprile", legato a Sa Die de sa Sardigna, la festa che ricorda proprio quando i rappresentanti dei Savoia furono cacciata da Cagliari. Per partecipare, è sufficiente postare sull’omonimo gruppo Facebook “una fotografia nella quale sono presenti una o più barchette di carta fatte con la tecnica dell'origami”, e il concetto della fotografia deve “ricordare ed essere concettualmente legato allo spirito del 28 aprile e della cacciata dei piemontesi”. La fotografia che riceverà più voti sul social network diventerà la copertina pubblica del gruppo dal 28 aprile di quest'anno fino alla stessa ricorrenza dell'anno prossimo.

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A promuovere l’iniziativa, avviata già negli anni scorsi, è l’esponente di Li.Be.r.u. (Liberos Rispettados Uguales) Pier Franco Devias, che ricorda come sa Die de sa Patria Sarda commemori “la cacciata dei feudatari, del Viceré e dei funzionari piemontesi nel 1794 , imbarcati su una nave e rispediti a casa loro dal popolo sardo in rivolta”.
Un gesto simbolico per ricordare “la nostra storia e per non dimenticare che bisogna sempre avere il coraggio di ribellarsi alla tirannia”. Per questo “tutti i maestri e le maestre” sono invitati a organizzare eventi nelle scuole “per far costruire ai bambini delle simpatiche barchette di carta con la tecnica dell'origami, al fine di coinvolgere con un gioco le nuove generazioni nella conoscenza della storia sarda”.

Il 28 aprile del 1794, la popolazione di Cagliari decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i piemontesi, che nel mese di maggio di quell'anno furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, successivamente gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto: i moti furono guidati da Giovanni Maria Angioy, alto magistrato del Regno di Sardegna, e assunsero un carattere antifeudale. Il tutto nasceva dal rifiuto di soddisfare le richieste ai Savoia di riservare ai sardi le cariche pubbliche, un Consiglio di Stato a Cagliari vicino alla sede del viceré e l'istituzione a Torino di un Ministero per gli affari della Sardegna.

Foto | Facebook