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Se il sovranismo di Trump distrugge i pastori sardi

Secondo il deputato M5s Cabras i dazi che il presidente Usa potrebbe imporre su prodotti come il pecorino romano potrebbero essere una pietra tombale per il settore ovino dell’isola.

Le politiche dei dazi “sovraniste” del presidente Usa Donald Trump potrebbero essere “la pietra tombale” del settore ovino e della produzione di formaggi in Sardegna. A dirlo peraltro è un sostenitore del governo sovranista all’italiana – il deputato sardo del Movimento 5 stelle, Pino Cabras, a commento dell'ipotesi avanzata dalla Casa Bianca di imporre pesanti dazi a prodotti e merci dell'Unione Europea, tra cui il Pecorino Romano, prodotto di punta dell'export sardo proprio negli Usa. L'aumento dei dazi sul prodotto produrrebbe un inevitabile effetto domino sul formaggio e quindi sulla materia prima, il latte, creando nuovamente scompensi nel delicato equilibrio dei prezzi raggiunto in Prefettura a Sassari l'8 marzo scorso.     

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Secondo Cabras sarebbe quindi necessario "aprirsi a nuove produzioni, e nuovi mercati, che non siano il solito Pecorino Romano, il formaggio più 'dollaro-dipendente' del mondo”. L’apertura rischia di diventare non più un'opportunità, ma “una necessità vitale”, visto che si rischia di essere soggetti “a molti scossoni economici e finanziari, ed è arrivato il momento di guardare alle nostre convenienze". Per il deputato del   M5S ad avere provocato la reazione Usa è stata la scelta del governo francese di vendere trecento Airbus alla Cina, colpendo in questo modo gli interessi della statunitense Boeing. "Ovunque in Europa la   prospettiva di nuovi dazi per i prodotti europei è preoccupante -   conclude Cabras - ma deve essere un segnale fortissimo per l'economia  sarda affinché trovi in tempi rapidi nuovi mercati per il nostro   formaggio".

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