IN Breve

Turchia, attesa per la liberazione di Del Grande

Intervista al deputato sardo Michele Piras che si trova a Istanbul per seguire da vicino la vicenda del giornalista arrestato nei giorni scorsi e attualmente detenuto a Mugla.

La vicenda del giornalista Gabriele Del Grande, da più di dieci giorni detenuto nelle carceri della Turchia che ha appena consegnato, con un contestato referendum, un potere ancora più grande nelle mani del suo presidente, Recep Tayyip Erdoğan, sta tenendo col fiato sospeso tutta Italia ed è in atto una mobilitazione che coinvolge anche la società civile e gli esponenti politici sardi. Tra questi, in prima linea c’è Michele Piras, deputato di Articolo 1- Mdp, che si trova in questa ore a Istanbul con una delegazione parlamentare, a seguire da vicino la situazione, e proprio dalla Turchia risponde alle domande di IteNovas.com:

Quali sono le novità sulla situazione di Del Grande? Dove si trova al momento e in che condizione?

Gabriele si trova a Mugla - a un migliaio di chilometri da Istanbul (dove ci troviamo noi in questo momento) - in un centro di espulsione e abbiamo notizie rassicuranti circa il suo stato di salute, rifiuta il cibo ma non di idratarsi e sta bene.
È stato fermato sul confine turco siriano, in una zona particolarmente difficile, di guerra, la motivazione sarebbe che si trovava lì senza il permesso.
Fino a ieri le autorità turche si erano rifiutate di consentire al Console di Smirne di incontrarlo. Oggi finalmente c'è stato un contatto ed hanno potuto accertare lo stato di salute psicofisico di Del Grande.

Quali sono le prospettive per un rilascio rapido del giornalista italiano?

Attendiamo novità, non posso sbilanciarmi su notizie di maggior dettaglio in nostro possesso, ma non disperiamo in un rilascio in tempi non troppo lunghi. Mi corre l'obbligo di esprimere un deciso apprezzamento per il lavoro svolto in questi giorni difficili dalla nostra Ambasciata in Turchia.

Quale nella tua percezione la situazione turca dopo il referendum che ha reso Erdogan ancora più potente e fuori controllo?

L'impressione che abbiamo - quella che ci comunicano le opposizioni democratiche, i sindacati e gli organi della Stampa libera che abbiamo incontrato - è piuttosto di un indebolimento di Erdogan, che ha raccolto solamente il 51% dei consensi alla riforma costituzionale iper presidenzialista, pur contando su un 60% della rappresentanza politico-parlamentare. Una lettura territoriale e sociale del voto ci dice che i giovani e le 5 più grandi città gli hanno votato contro, si stanno stancando di lui e del clima di oppressione che ha instaurato. Ciò lo indebolisce, la reazione non è facilmente prevedibile e non è da escludersi un ulteriore torsione autoritaria.
Dal fallito golpe a oggi sono stati licenziati 103 mila dipendenti pubblici, arrestati 13 parlamentari, 90 sindaci, 150 giornalisti, 5000 attivisti politici. Chissà cosa ancora può accadere in un Paese così spaccato.
A mio avviso l'Europa dovrebbe evitare di isolare la Turchia, dovrebbe sostenere opposizioni politiche e sociali, la società civile e resistente che non si arrende. Semmai isolare Erdogan e riagganciare la Turchia al treno europeo.

Sull’argomento è intervenuto, tramite Facebook, anche il senatore sassarese del Pd Luigi Manconi, da sempre in prima fila nella battaglia per i diritti umani:

Intanto, una quarantina di associazioni e personalità del mondo della cultura hanno aderito a Cagliari alla campagna di sostegno #FreeGabriele, per la liberazione del giornalista: in città, dalle 18.30, è prevista un'assemblea pubblica, coordinata da Francesca Mulas, nel Centro di quartiere "La Bottega dei sogni", in piazzetta Savoia 4. "Chiediamo alle autorità italiane di far pressione sulle autorità turche perché rilascino Gabriele Del Grande quanto prima", chiedono organizzatori e aderenti, tra cui figurano Sardinia Innovation, Laboratorioventotto, Asarp, la Comunita La Collina, il gruppo di Cagliari di Refugees Welcome Italia, Asce, il circolo Sergio Atzeni, il presidio Piazzale Trento, il quotidiano online Africa Express.info, l'Associazione Amicizia Sardegna Palestina e gli Sprar San Gavino HUmanitas e Accoglienza Metropolitana-Citta metropolitana di Cagliari.