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Vinyls: 88 licenziati per la chimica in Sardegna

  • Scritto da Effe_Pi

Isola cassintegratiDopo cinque anni dalla chiusura dello stabilimento, lettere di licenziamento per i lavoratori protagonisti dell'Isola dei cassintegrati all'Asinara.

Non si può certo dire che si sia conclusa nel migliore dei modi la vertenza sulla Vinyls di Porto Torres, che negli ultimi anni aveva rappresentato un po' l'esempio di lotta degli operai sardi: 88 di loro, infatti, hanno ricevuto ad ormai cinque anni dalla chiusura dello stabilimento una lettera di licenziamento. Non è bastata quindi una straordinaria protesta come quella de "L'isola dei cassintegrati" (ancora oggi un sito molto seguito), che dall'Asinara ha avuto risonanza a livello nazionale e internazionale, per evitare che i lavoratori della chimica perdessero il posto, nonostante il fatturato mondiale della società sia stato nel 2007 di circa 247,6 milioni di euro e si tratti dell'unica società in Italia che produce PVC. Il curatore fallimentare Mauro Pizzigati ha informato nei giorni scorsi tecnici e operai che dal prossimo 7 luglio cesserà ogni rapporto di lavoro con la Vinyls, che se ne va dopo aver tra l'altro (insieme ad altri) creato grossi problemi al territorio, cessazione connessa "all'assenza di prospettive atte a ricollocare il personale oggi alle dipendenze della società fallita in altre realtà produttive, stante l'assoluta mancanza di manifestazioni di interesse da parte di terzi all'assorbimento del personale Vinyls Italia SpA".

La fine dell'azienda ha radici lontane nel tempo, che risale a quando si interruppero le trattative per l'acquisizione dello stabilimento di Assemini per chiudere il "ciclo del cloro" da parte della multinazionale inglese Ineos. Un fallimento che ha coinvolto parzialmente anche lo stabilimento del cagliaritano, dove si produce il cloro e si "imbottigliava" il Vcm, e travolto gli impianti di Marghera, dove però le forze politiche venete di concerto con organizzazioni sindacali, istituzioni e associazioni di categoria sono riuscite a salvaguardare quasi tutti i posti di lavoro grazie ad un accordo di programma sulle bonifiche industriali. Un fallimento, come hanno sempre sottolineato i sindacati, che anche per i motivi descritti sopra sulla particolare produzione e lo stato economico della multinazionale è da considerarsi inspiegabile dal punto di vista industriale ed economico. Non sono bastati, purtroppo, il blocco dei depositi carburante tir del dicembre 2009, la manifestazione a Roma di settembre 2010, l'occupazione della Torre Aragonese di Porto Torres nel gennaio 2010, l'occupazione del carcere abbandonato dell’Asinara, a partire dal 24 febbraio 2010 e fino al 9 giugno del 2011.