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Regione: 5 milioni per controllare i cittadini

  • Scritto da Effe_Pi

Telecamere sorveglianzaFondi pubblici per sistemi di sorveglianza sul territorio della Sardegna, scelta opinabile in tempi di crisi.

Cinque milioni di fondi pubblici della Regione Sardegna per controllare strade e luoghi pubblici dell’isola. Nel momento di peggior crisi economica degli ultimi decenni, le istituzioni sarde scelgono di utilizzare i pochi soldi a disposizione per tenere sotto controllo i propri cittadini, aumentando il numero di telecamere e altri sistemi di “monitoraggio” presenti sul nostro territorio. Entro il 26 novembre, infatti, i comuni e le unioni di comuni potranno presentare le manifestazioni d’interesse al bando “Reti per la Sicurezza del Cittadino e del Territorio”, cofinanziato con risorse del Programma operativo regionale Sardegna – Fesr 2007-2013 e predisposto dall’Assessorato degli Affari generali, personale e riforma della Regione. Il totale a disposizione è di 4,5 milioni di euro: altri 800mila euro, invece, sono stati stanziati “per le circa 100 caserme dell’Ente foreste”. Il finanziamento, dice l’ufficio stampa della Giunta Cappellacci, interesserà “anche i progetti di ammodernamento tecnologico per l’acquisizione di informazioni, dati, parametri o altri fattori rilevanti per la sicurezza delle comunità”.

A presentare il progetto è stato l’assessore in questione, Mario Floris, secondo il quale «un territorio meno aggredibile da fattispecie criminose o da altri fatti, atti o fenomeni che ne pregiudicano la vivibilità, è un luogo che accresce le sue potenzialità di sviluppo economico, migliorando al contempo l’inclusione sociale e la civile convivenza. Le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni consentono, infatti, il perseguimento di migliori condizioni di sicurezza – ha continuato Floris - sia ai cittadini, sia alle imprese e alle istituzioni locali, soprattutto in quei contesti urbani caratterizzati da una maggiore incidenza di fenomeni delittuosi».

Se la sicurezza è un valore indiscutibile, è invece molto opinabile la scelta di utilizzare tutti questi soldi, con la disoccupazione giovanile che nell’isola ha sfondato la quota del 50%, per controllare quello che fanno gli abitanti di città e paesi sardi, invece che per aiutarli a trovare lavoro o quantomeno a non morire di fame. Forse l’assessore e tutta la Giunta non hanno considerato che se c’è stato (ammesso che sia così) un aumento di atti vandalici e furti tale da richiedere maggiore sicurezza, probabilmente è perché sempre più giovani sono senza lavoro e sempre più sardi non riescono ad arrivare alla fine del mese, quindi intervenire con il controllo in una situazione sociale sempre più esplosiva rischia di essere il classico tentativo di curare un ammalato grave con i pannicelli caldi.