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Una firma per Mauro Morandi, l’anarca di Budelli

  • Scritto da Effe_E

Isola Budelli | Foto Flickr Andrea (© BY-NC-ND 3.0 IT)

Custode-eremita da 28 anni dell’isola della Spiaggia Rosa. L’Ente Parco lascia intendere che dovrebbe andarsene. “Vogliono sfrattarmi. Ma io non mi muovo”. Una petizione con oltre 15 mila firme: deve restare.

Da La Stampa | Fabio Pozzo

«Questa è la mia Polinesia. E da qui mi vogliono sfrattare. Ma io non mi muovo”». Mauro allarga le braccia e sembra voglia abbracciare la “sua” spiaggia. È la Spiaggia rosa, quella che ha davanti. La perla del Mediterraneo, il tesoro - più che depredato - dell’isola di Budelli. 

Siamo nell’estremo nord della Sardegna, nell’arcipelago della Maddalena. In faccia a Bonifacio. L’arenile che stregò anche Michelangelo Antonioni ormai è sempre meno rosa. Erano gli Anni Sessanta, quando il Maestro vi girò “Deserto rosso”. È il 1989, invece, quando Mauro Morandi arriva davanti alla Spiaggia rosa con il suo catamarano. «Ero salpato da Gallipoli, volevo raggiungere la Polinesia per cambiare vita. Avevo acquistato la barca con alcuni amici, pensavamo di fare charter con i turisti. Non conoscevo Budelli. Sono arrivato, ho dato fondo, mi sono tuffato…».

Alt, chi è Mauro Morandi? «Sono nato a Modena 77 anni fa. Ho avuto una compagna, ho tre figlie che vivono in Emilia. Da 28 anni vivo qui sull’isola, unico abitante. Sarei il custode, ma senza stipendio. Vivo della mia pensione». Risalpiamo l’ancora. «Negli anni Settanta insegnavo educazione fisica a Modena. Tenevo lezione con la musica, il preside mi spediva lettere di diffida, mi guardava torvo. Ho tenuto duro per qualche anno, poi c’è stata l’opportunità della pensione-lampo e l’ho colta. Ero un contestatore, un personaggio scomodo».

Dopo, ha aperto un negozio di abbigliamento vintage con la sua compagna. «È andato bene per diversi anni». E il mare? «Più che altro la foce del Po, che ho navigato in lungo e in largo per almeno sei anni con una batana. Finché un’amica mi consiglia di leggere “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach e prendo il volo. Scopro il mare con una barca a vela di cinque metri, prima avventura la risalita dell’Adriatico lungocosta sino a Trieste e poi ne acquisto un’altra di otto metri. Andare a vela mi piace, navigo soprattutto d’estate». La svolta c’è nel 1989, quando Mauro decide di cavalcare il sogno. S’indebita per acquistare con alcuni amici un grande catamarano, lungo 16 metri e largo 9, da rimettere a posto. «Ero stanco della società, volevo una vita diversa». 

La meta è la Polinesia, ma in mezzo c’è Budelli. «Il custode di allora stava andandosene. Gli mancavano due giorni. Ho visto quel mare cristallino, la Spiaggia rosa, corallina come mi immaginavo quelle del Pacifico e ho fatto domanda per sostituirlo». Da allora, Mauro non ha più lasciato l’isola, salvo fare qualche puntata a Modena per vedere le figlie («Ma avevo fatto anche domanda, circa dodici anni dopo il mio arrivo a Budelli, per fare il guardiano a Montecristo»). Si è sistemato in un vecchio edificio militare e ha cominciato a tenere puliti i sentieri, ad allontanare dalla Spiaggia rosa - off limits per tutti - i turisti più cafoni - rischiando più volte anche le botte. «Vedo almeno mille persone l’anno, parlo con tutte. Lo accetto, per far conoscere l’isola e le sue bellezze. Ma alla fine soffro e basta: rispetto della natura quasi zero, tanta superficialità, con qualche eccezione naturalmente. No, non sono adatto per questa società».

Custode-eremita, anche se ha il cellulare, Facebook, l’energia solare e il wi-fi; qualche amico che lo va a trovare, Enrico la “spalla” genovese, i pescatori. «Aspetto l’inverno, quando ci sono soltanto io, la natura, il vento e i miei libri». Il suo autore preferito è il filosofo tedesco Ernst Jünger. «Non sono anarchico, perché sono contro la violenza e perché è inutile sovvertire il potere per sostituirlo con un altro. Piuttosto, mi professo anarca: vivo cercando di non farmi coinvolgere dalla società, restandovi sopra».

Talvolta, però, la società lo tira a sé per i capelli. Risalpiamo l’àncora. Mauro arriva a Budelli nel 1989 ed è assunto come custode dalla Nuova Gallura, società che acquista l’isola dall’immobiliarista milanese Pierino Tizzoni, che a sua volta l’aveva comprata dai proprietari originari, i Viggiani. «Qualche anno di stipendio, poi più nulla. Ho vissuto e vivo della mia pensione». La Nuova Gallura, con soci celati dietro una fiduciaria svizzera, vuole costruire ma la legge Galasso blocca tutto. La società fallisce e Budelli va all’asta. Da qui in poi, è una navigazione tra le secche, con protagonisti la Cofinance & Co del finanziere romano di origine torinesi Andrea Cocco Revelli, il magnate neozelandese Michael Harte e lo Stato, che alla fine esercita il diritto di prelazione e acquista l’isola con i soldi della Finanziaria 2013.

La vendita dovrebbe sistemare anche i crediti vantati da Mauro, per i salari non versati. Ma sono altre le nuvole nere. Il presidente dell’Ente Parco dell’arcipelago della Maddalena, dominus dell’isola, Giuseppe Bonanno, ora lascia intendere che il custode non può più restare. «Dice che è un peccato che io debba andarmene, ma che non può fare altrimenti perché lo Stato non può assumere un settantasettenne: ma chi chiede niente? Dice che la casa dove vivo è inagibile: premesso che secondo alcuni ingegneri è messa meglio di molte altre, ma se ne accorgono adesso? Dopo 28 anni? Dice inoltre che è per la mia salute: ma quando mai, da quando sono qui non mi sono mai ammalato un giorno (dieta a base di aloe e verdure, libri e Tai-chi). Io dico: datemi la casa in comodato d’uso, la sistemo a mie spese e pago un affitto simbolico. Ma fatemi restare». 

Anche perché c’è bisogno di Mauro. I controlli alla Spiaggia rosa sono esigui («L’unica multa l’hanno data a me, perché avevo tirato a secco il gommoncino in un angolo per impedire che il mare me lo portasse via»), mancano i cartelli di divieto e le boe, la pulizia è lasciata a volontari non pagati, non ci sono strutture per le guide… Sì, c’è ancora bisogno di lui. Lo pensano anche i già oltre 15 mila firmatari della petizione lanciata su Change.org: Mauro deve restare nella sua, nostra Polinesia.

Foto: Flickr | Andrea (© BY-NC-ND 3.0 IT)