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Tasse sulle imprese: in Sardegna sono le più alte

  • Scritto da Effe_Pi

Sopra la media italiana le imposte pagate dalle piccole e medie imprese dell’isola: il record a Sassari, mentre Carbonia – Iglesias è la provincia più conveniente.

Tasse più alte nelle città sarde rispetto alla media nazionale. Sono i dati che emergono dal Rapporto 2017 dell'Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola impresa. Sassari è la capitale della pressione fiscale col 66,4%, in aumento del 6% rispetto al 2011. In soldoni un reddito d'impresa di 50mila euro al netto delle tasse si assottiglia a 16.809 (meno 2mila 981 rispetto a sei anni fa). Questo significa che un artigiano o un piccolo imprenditore dovranno lavorare otto mesi, dal primo gennaio al 29 agosto, solo per pagare l'erario. Mentre in media le Pmi italiane hanno una pressione del 61,2% e lavorano fino al 10 agosto per pagare il fisco.

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La provincia sarda in cui si pagano meno tasse continua ad essere Carbonia Iglesias che - spiega Cna -, grazie al suo triste primato di provincia più povera d'Italia, ha ottenuto numerose agevolazioni fiscali che hanno alleggerito gli imprenditori. I dati, nonostante un leggero peggioramento in confronto allo scorso anno, risultano ancora inferiori rispetto al 2011. A Carbonia la pressione fiscale è del 55,6% e un piccolo imprenditore o un artigiano devono lavorare fino al 21 luglio per pagare l'erario. Ad Iglesias, invece, il peso delle tasse è del 56,7% e per pareggiare i conti col fisco bisogna lavorare sino al 25 luglio.

"Questi dati - spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna - evidenziano come le piccole imprese sarde continuino ad essere tra le più tartassate in Italia e debbano lavorare gran parte dell'anno per pagare l'Erario. Riteniamo che sia arrivato il momento di intervenire su un sistema fiscale squilibrato per ridurre la pressione fiscale garantendo una maggiore equità nel prelievo tra diversi redditi da lavoro. Occorre, inoltre, invertire la tendenza del trasferimento alle imprese degli oneri sui controlli e usare in modo intelligente la leva fiscale per aumentare la domanda interna".