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Mafia - politica: non parlano gli arrestati per l'inchiesta sarda

  • Scritto da Effe_Pi

Restano in silenzio i primi 6 dei 18 agli arresti domiciliari, accusati di aver coperto la latitanza di Mesina, la scelta è condivisa con gli altri indagati.

Tutti in silenzio, forse in attesa di affinare la strategia difensiva, i primi 6 dei 18 indagati agli arresti domiciliari interrogati ieri nell'ambito della maxi inchiesta della Dda di Cagliari su una presunta associazione di stampo mafioso attiva in Sardegna, con forti legami tra il mondo criminale, la politica e le istituzioni. I sei interrogati questa mattina dal gip Michele Contini e dai pm Emanuele Secci e Rossana Allieri, accusati di aver coperto la latitanza di Granziano Mesina, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere: si tratta di Marco Lai, Giuseppe Paolo Frongia, Salvatore Gioi, Anna Gioi, Raffaele Gioi e Tomas Littarru.

Uno degli indagati però, Giuseppe Paolo Frongia, ha reso dichiarazioni spontanee negando gli addebiti e sostenendo di non aver mai conosciuto 'Grazianeddu'. La scelta di non parlare, almeno in questa prima fase delle indagini, accomuna tutti gli avvocati che difendono le 31 persone raggiunte da ordinanza di custodia, 13 in carcere - tra questi l'ex assessora all'Agricoltura della Regione Sardegna Gabriella Murgia e il primario Tomaso Gerolamo Cocco, responsabile della terapia del dolore all'ospedale Binaghi prima e al Marino di Cagliari poi, indicati dagli inquirenti come il punto di congiunzione tra i gruppi criminali e le istituzioni - e 18 ai domiciliari.Le carte da studiare per il pool della difesa sono tantissime: letti tutti gli atti, i legali avranno un quadro completo delle accuse e potranno valutare la linea difensiva migliore per i propri assistiti. Nessuno degli avvocati al momento ha fatto istanza di scarcerazione o attenuazione della misura cautelare al Riesame.

Foto: Pixabay | CC0 Public Domain