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Dal Sulcis a Oristano, la grande assenza dei medici di famiglia

  • Scritto da Effe_Pi

Tantissime le famiglie spesso di anziani che sul territorio si trovano prive del riferimento fondamentale per la salute, la protesta del sindaco di Carbonia.

Sono tantissime le segnalazioni che arrivano, anche alla redazione di IteNovas.com, su intere famiglie e soprattutto anziani, che in tutta la Sardegna, ma in particolare nelle zone interne, risultano al momento prive del medico di famiglia, primo e più vicino riferimento, specie per le salute di persone fragili e spesso con difficoltà di spostamento. Dall’oristanese al Sulcis ad altre aree, come già raccontato da noi a luglio 2022, sarebbero oltre 330 i centri che non hanno un dottore di riferimento per ricette, esami, prime visite generiche.

La situazione non sembra nemmeno andare verso un miglioramento, almeno secondo il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, che critica le decisioni della Regione, in particolare la “mancata sottoscrizione dell'accordo tra l'assessorato regionale alla Sanità e alcune sigle sindacali sull'utilizzo dei medici nelle sedi disagiate, redistribuendo l'impiego dei camici bianchi dalle città più popolate alle zone periferiche”. Una mancata firma che rischia – dice il primo cittadino – “di avere conseguenze esiziali anche per il nostro Comune e per il Sulcis Iglesiente, considerato a tutti gli effetti come zona periferica dal punto di vista geografico, economico e sociale".

Per Morittu i cittadini delle aree urbane più popolate "hanno quantomeno una discreta possibilità di scelta del proprio medico di famiglia", al contrario delle periferie dove "le persone, spesso, non hanno alcuna possibilità di scelta e in taluni casi non hanno neppure un medico di famiglia". Questo nelle città medie e grandi dell’isola, con una situazione ancora peggiore e ormai spesso fuori controllo nelle centinaia di piccoli centri sardi, dove la Guardia medica e i Pronto soccorso di zona, spesso distanti decine di chilometri, stanno subendo l’impatto devastante di tutte le persone che per ogni malessere devono rivolgersi a presidi in teoria riservati all’emergenza.