IN Breve

QUIRINALE: IN DISSENSO ELETTORI SARDI

  • Scritto da Effe_Pi

QuirinaleIn tutta Italia non si parla d'altro chedell'elezione del nuovo presidente della Repubblica, il sostituto di Giorgio Napolitano, quello che sarà il dodicesimo capo dello Stato del dopoguerra, con le votazioni in pieno svolgimento e ancora poca chiarezza sul possibile esito di questa corsa al Quirinale 2013. Stavolta non ci sono sardi tra i candidati (l'isola ha già avuto due presidenti - Antonio Segni e Francesco Cossiga), ma tra i protagonisti ci sono comunque tanti isolani.

Anzitutto, i cosiddetti "Grandi Elettori", vale a dire coloro che secondo l'articolo 83 della Costituzione, vengono designati dalle Regioni a rappresentare i territori, assicurando in questo modo la presenza delle minoranze. Ogni consiglio regionale può scegliere tre "Elettori", e in Sardegna fino ad oggi è stata seguita una prassi consolidata, quella di eleggere il presidente della Giunta, il presidente del Consiglio e il capogruppo dell'opposizione. Una consuetudine adottata anche stavolta: sono stati quindi eletti Claudia Lombardo, Ugo Cappellacci e Giampaolo Diana.

Proprio Diana è tra i "dissidenti" che al primo scrutinio non hanno accettato l'indicazione di voto del Partito Democratico, quella per Franco Marini, contribuendo ad impedire l'elezione dell'ex sindacalista Cisl ed ex presidente del Senato. Oltre ai grandi elettori, ovviamente, sono presenti tutti i parlamentari eletti in Sardegna, per un totale di 26 tra deputati e senatori.Tra loro la prima donna sarda eletta al Senato, Manuela Serra del Movimento 5 Stelle, insieme a un collega "attivista" e a tre senatori del Pd, uno del Pdl, uno di Sel e uno di Scelta civica per Monti.

Sono 18 invece gli Elettori sardi della camera, tra cui 8 del Pd, 4 del M5S, tre del Pdl, uno a testa per Sel, Scelta civica e Centro democratico. A giudicare da quello che gira sui social network, sono molti, specie tra i democratici, i parlamentari isolani "fuori linea" rispetto ai rispettivi partiti. Le bacheche di deputati e senatori Pd sono piene di inviti, spesso anche "ruvidi" a non seguire l'indicazione per Marini e a scegliere altri candidati, in prima fila quello dei Cinque Stelle (sostenuto da Sel) Stefano Rodotà, che nella prima votazione ha ottenuto 240 voti contro i 521 dell'ex sindacalista abruzzese. In particolare, le deputate Romina Mura e Caterina Pesavrebbero votato contro, e la prima ha dichiarato esplicitamente il suo dissenso su Facebook, scrivendo di essere "contraria alla candidatura di Marini perché divide il PD e il centro sinistra" e aggiungendo che "si doveva discutere ancora, tutta la notte se necessario!!".