IN Breve

Condannato un sardo per stalking ambientale

  • Scritto da Effe_Pi

Stalking Un 64enne che era contrario allo sfruttamento di una cava su cui è posto un vincolo ambientale per la Cassazione deve stare lontano da chi ci lavora.

Lottava contro lo sfruttamento di una cava soggetta a vincolo ambientale, ma ora la Cassazione lo condanna per stalking. E’ successo a un sardo di 64 anni, Franco Raffaele A., che era contrario allo sfruttamento del sito, e per questo aveva reso la vita impossibile ai proprietari e agli addetti al cantiere. Le norme contro lo stalking, quindi, non si  applicano solo a carico di chi perseguita e molesta le persone alle quali è stato legato sentimentalmente e che lo hanno scaricato, ma anche a chi rende impossibile la vita degli altri per motivi che nulla hanno a che fare con un rapporto affettivo.

Il protagonista della questa vicenda giudiziaria - chiusa dalla sentenza 37448 della Quinta sezione penale della Corte di Cassazione - aveva un comportamento caratterizzato "dalla reiterazione costante delle condotte minacciose, ingiuriose, moleste - attraverso l'invio di sms, lettere e comunicazioni di vario genere, pedinamenti, appostamenti, passaggi sotto casa ed il luogo di lavoro, migliaia di contatti telefonici - che hanno dato origine ad un vero e proprio stillicidio persecutorio, che ha determinato, ovviamente, un disequilibrio psicologico nelle persone offese, costringendole a mutare le loro abitudini di vita".

Contro il divieto di avvicinarsi alle persone che avevano a che fare con la cava - emesso dalla magistratura di Nuoro il 4 dicembre 2013 -  l’uomo aveva ricorso in Cassazione sostenendo che l'area di scavo era soggetta a vincolo ambientale e dunque "l'azione di denuncia da lui posta in essere non può essere considerata atto persecutorio". Inoltre, il presunto “stalker” ha fatto presente che il reato di stalking non è configurabile “quando vittima del reato non sia una persona legata all'agente da 'vincoli affettivi'". Gli 'ermellini' hanno però replicato che "il reato in questione non limita e circoscrive la natura e la qualità della parte lesa nel senso da lui supposto" e hanno confermato, per Franco Raffaele A., l'obbligo di tenersi alla larga dagli addetti al cantiere e dai coniugi proprietari della cava sui quali aveva messo in circolazione "scritti volgarmente allusivi alle loro tendenze e abitudini sessuali".