IN Breve

Cisaus di Tore Cubeddu

  • Scritto da Effe_E

Cisaus di Tore CubedduUn minuscolo paese in Sardegna, la vita dei ragazzi che scorre monotona, consumata al bar o ai giardinetti, sognando macchine potenti e il Continente.

Incipit

La piazzetta del bar era come una vedetta dell’antincendio. Era il nostro punto di osservazione. Da lì misuravamo il mondo a cerchi concentrici e come il riverbero di un gong, riuscivamo a coprire grandissime distanze senza muoverci di un passo.
L’appuntamento al Bar centrale era come un rito e la bevuta di birra quasi un’attività. E non dovevi mai rispondere che non facevi nulla perché bevevi, perché in effetti qualcosa la stavi combinando.
<<Che fate?>>
<<Ci si fa un bicchierino.>>
<<Ah.>>
Era così, tutti i giorni.
La scuola era finita da una settimana e in qualche casa tiravano le somme. Lo studente era come un investimento. Quando ero piccolo mio padre si augurava diventassi ricco, diceva che prima o poi gli avrei dovuto rimborsare tutti gli anni di nullafacenza. Mi diceva che le pecore mi aspettavano e io me le immaginavo tutte lì, con quelle facce uguali, accalcate sotto la quercia storta pronte ad essere incanalate nell’ovile per la mungitura. Non ne volevo proprio sapere di quelle bestie, e già mi vedevo a Cagliari, in città, a bere birra. E allora qualcuno sarebbe passato di lì, magari un avvocato o un dottore, non pastori a cavallo o qualche scemo col motozappa tirato in quarta, e mi avrebbe detto: <<Ciao Rai, che combini?>> e io gli avrei risposto: <<Mi bevo una birretta fresca.>>
<<Che prospettiva di merda che hai>> mi disse d'un tratto Rigo. <<Io aspetto che passi l'estate e parto in Trentino.>>
<<Che togo>> disse allora Elmo. <<A fare che?>>
<<Mi hanno detto che cercano gente in un albergo, tipo cameriere o aiuto cuoco.>>
<<Minchia.>>
<<Io invece penso che rimango ancora un pò qua con mio zio, almeno quest'estate. Mi ha promesso che mi aumenta lo stipendio, così me la compro sa 205 XS>> disse Nanni sistemandosi sulla sedia di paglia. Gli altri rimasero in silenzio, come a dire maitacatzusesnande(1) , tranne Elmo: <<Minchia, che togo, beato te>> disse.

1 Uòt the fuck ar'you seing?


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Un minuscolo paese in Sardegna, la vita dei ragazzi che scorre monotona, consumata al bar o ai giardinetti, sognando macchine potenti e il Continente. Ma all'improvviso un evento tanto oscuro quanto tragico, l'esito non previsto di una faida d'altri tempi, segnerà l'esistenza di tutti, mentre una periferica faccenda di droga gioca un ruolo inaspettato, rovinando i sogni di emancipazione di molti.

Così Tore Cubeddu ridisegna la mappa del mondo giovanile nell'estrema provincia italiana come oggi i sociologi non l'avevano ancora individuata: ragazzi senza troppi grilli per la testa, con sogni neanche tanto irrealizzabili, parlano in anglo-barbaricino, studiano filosofia ma sanno coltivare la vite, vorrebbero ereditare il meglio dall'esperienza dei più anziani e scartare al contempo la violenza di certe tradizioni...

E con la loro bisaccia di incertezze e di struggenti illusioni, tra chitarre distorte e fisarmoniche pop, cavalcano incontro a un destino inesorabile.