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Carciofo sardo: così buono che va clonato

  • Scritto da Effe_Pi

Carciofi sardiA Cabras a novembre workshop su micropropagazione applicata a una coltura tradizionale dell'isola.

Che il carciofo di Sardegna sia un prodotto di grande qualità lo dimostra il suo legame col territorio dell'isola, dove è presente dai tempi dei fenici, ma che si potesse arrivare a clonarlo per produrne in quantità maggiori, finora era un'ipotesi considerata futuribile. Non la pensano così alla società "Sa Marigosa" di Cabras, che oltre ai carciofi, freschi e sott'olio, produce anche angurie e meloni, e sulla cosiddetta "micropropagazione" del carciofo spinoso di Sardegna DOP (Denominazione di Origine Protetta) ha organizzato un convegno da tenere nel paese del Sinis il 21 e 22 novembre prossimi. In questo workshop, dal titolo "Potenzialità della micropropagazione per una carcioficoltura di qualità in Sardegna", si parlerà proprio di come questa tecnica di propagazione, che oggi permette in Italia "la produzione commerciale di quasi 30 milioni di piante di elevata qualità e sicura rispondenza genetica" possa essere applicata a questa tradizionale coltura del Campidano.

Finora usata in particolare per specie da frutto e ornamentali, la tecnica di "clonazione" ha favorito di recente "un’importante produzione annuale di carciofi che, in pochi anni, è arrivata a sfiorare i quattro milioni di piante". Nonostante questa "promettente tendenza", dicono gli organizzatori, la micropropagazione di carciofi denota "ancora alcune problematiche, prima fra tutte la disomogeneità di risposta ed efficienza riproduttiva in vitro di tipologie diverse di carciofo". Per questo si è organizzato un workshop tematico che prevede "relazioni ad invito, tenute da esperti nazionali di coltura e micropropagazione del carciofo, seguite da relazioni libere ed esposizione di poster", mentre nella seconda giornata ci saranno "visite alle carciofaie dell’agro di Cabras e di Riola Sardo, permettendo un confronto in campo tra impianti tradizionali e impianti realizzati con carciofi provenienti da micropropagazione".

Se le cose vanno per il verso giusto, quindi, potremmo avere una produzione molto maggiore di questi deliziosi ortaggi, le cui coltivazioni sono spesso danneggiate dal maltempo: teneri e buonissimi anche crudi, oltre che ricchi in polifenoli e altri elementi nutritivi, hanno al tempo stesso livelli di sodio e ferro particolarmente contenuti. Speriamo che non venga pregiudicata in nessun modo l'altissima qualità, anche se il rischio sembra non esserci, dal momento che la micropropagazione crea un vero e proprio clone della pianta, usando una tecnica che produce un insieme di individui dotati dello stesso patrimonio genetico, sfruttando metodi moderni di coltura in vitro di cellule e tessuti vegetali. Quantità di carciofi permettendo, sarebbe sicuramente un'occasione redditizia per riuscire ad esportare anche fuori dall'isola piatti della nostra tradizione come i carciofi con la bottarga, quelli fritti in pastella, l'agnello con carciofi oppure questi ortaggi cucinati con patate in umido.