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A CARBONIA SI STUDIA LA CSS

  • Scritto da Effe_Pi

CCSUna tre giorni a luglio sulla cattura di anidride carbonica.

Una tre giorni per  approfondire e discutere le tecniche della Ccs (Carbon Capture and Storage - o Sequestration), ossia la cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica nel sottosuolo, liberando così l’ambiente da emissioni solitamente prodotte da grandi impianti di combustione. È il tema della prima edizione della 'Sulcis summer school sulle Ccs' in programma dal 23 al 25 luglio al centro ricerche Sotacarbo di Carbonia.

L'iniziativa, cui contribuiscono Enea e Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Chimica e Materiali dell'Università di Cagliari, e' dedicata a laureandi, studenti del dottorato di ricerca e giovani ricercatori interessati alle Ccs: ''un settore - come spiegato dai promotori dell'iniziativa - di sempre maggior interesse a causa delle crescenti preoccupazioni per il riscaldamento globale del pianeta, fenomeno che tali tecnologie puntano a contrastare”.

Particolare risalto sarà dato alle tecniche di confinamento geologico della Co2, per le quali il Sulcis rappresenta il laboratorio ideale di sperimentazione: uno dei pochi al mondo potenzialmente capace di accogliere, "con rischi ambientali quasi nulli, grosse quantità di anidride carbonica, grazie alla presenza sia di strati profondi di carbone (non coltivabili ai fini estrattivi), adatti allo stoccaggio permanente di grosse quantità di Co2 per via delle particolari caratteristiche geologiche, sia di un acquifero sottostante il bacino carbonifero".

In generale, con la Ccs on mancano rischi legati alla possibile massiccia fuoriuscita di Co2 in atmosfera: nel 1996, nel Lago Nyos, in Camerun, ci fu un evento naturale di questo tipo. Il lago sorge al di sopra di una sacca di biossido di carbonio e in quella circostanza si è avuta la risalita in superficie di CO2 degassificata dal magma sotterraneo, la quale, in virtù della densità caratteristica, tende a permanere a livello del suolo, e ha asfissiato le forme di vita nei pressi del lago, uccidendo 1800 persone. Da notare però che l'Intergorvenmental Panel on Climate Change (IPCC), suffragato dalle attuali applicazioni di confinamento della Co2, ritiene che le profondità geologiche previste per i futuri siti in progetto rendano molto un insuccesso o rischi per ambiente e persone.