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La colletta in una scuola di Biella: “Ci compriamo Budelli, sarà l’isola dei ragazzi”

  • Scritto da Effe_E

Isola Budelli | Foto Flickr Andrea (© BY-NC-ND 3.0 IT)

La spiaggia rosa tornerà all’asta: “Se i soldi non li ha lo Stato, li mettiamo noi. Bastano 50 centesimi a testa”.

Da La Stampa

NICOLA PINNA

Resort, pontili e yacht non fanno parte di questo sogno. Nell’isola dei ragazzi non ci sarebbe mai spazio per il cemento. E neanche per i muretti che di solito delimitano la proprietà privata. «Sarebbe davvero bello se Budelli diventasse l’isola dei giovani. Pubblica, cioè patrimonio di tutti. Se i soldi non li ha lo Stato, allora li mettiamo noi. Con la nostra idea contageremo tutti gli studenti d’Italia». I ragazzi della II B della scuola media di Mosso hanno persino calcolato quanti soldi sarebbero necessari per far diventare «l’isola rosa» della Sardegna il rifugio dei giovani: 50 centesimi per ogni studente. L’idea nata nel piccolo paese della provincia di Biella farà presto il giro d’Italia. Per ora viaggia su un conto corrente postale con la causale che ha incuriosito il cassiere: «Contributo per l’acquisto dell’isola di Budelli». Gli studenti piemontesi hanno già versato 75 euro: «Sembrano pochi, ma è un primo passo. Noi abbiamo donato 5 centesimi per ciascuno dei 1500 abitanti del nostro paese. Il messaggio che vogliamo lanciare è questo: se tutti gli studenti italiani donassero 50 centesimi potremmo mettere insieme i tre milioni di euro necessari per vincere la prossima asta. Così eviteremo che questo patrimonio finisca nelle mani di un privato, di uno sconosciuto». 

IL DIETROFRONT DEL MAGNATE 

Per ora l’isola di Budelli rischia di essere messa di nuovo all’asta. Il magnate neozelandese che l’aveva acquistata ha rinunciato ai suoi progetti. Scoraggiato, evidentemente, dai troppi vincoli che non gli avrebbero consentito di realizzare il suo piano. Michael Harte aveva annunciato un progetto tutto incentrato sulla ricerca scientifica ma ben presto ne ha presentato uno fatto di ristrutturazioni (e ampliamenti) ma anche di pontili e ormeggi per maxi yacht. La vicenda di Budelli ha subito alimentato discussioni politiche e polemiche tra gli ambientalisti e chi sperava che i progetti del magnate potessero essere l’inizio di un grande rilancio turistico dell’Arcipelago. 

IL CROWDFUNDING 

Il caso, però, è diventato anche oggetto di una curiosa lezione. A Mosso, lunedì, il professore di scienze Giuseppe Paschetto ha scelto le pagine domenicali de «La Stampa» per sostituire il libro. E in classe si è parlato di Budelli, della sua storia e di quello che potrebbe succedere. Chissà come si è trovato anche il modo di fare anche un po’ di matematica. «Sul giornale si parlava della fuga del magnate e a quel punto abbiamo pensato che proprio noi ragazzi possiamo trasformare il sogno di mantenere pubblica quest’isola - racconta Francesca Grillo -. Ci sembra facile farlo diventare una realtà. Noi abbiamo deciso di crederci». La II B ha formato subito un gruppo di lavoro e prima della colletta è stato necessario far bene i conti: «Siamo davvero in grado di comprare Budelli? - chiede Andrea Giardino -. Il metodo del crowdfunding ci sarà di grande aiuto. Ma noi, intanto, stiamo pensando anche al passo successivo, cioè come valorizzare quel paradiso».

SFIDA DA DIECI E LODE 

La campagna «Non si sBudelli l’Italia» sbarca ora sui social network. Su Facebook i ragazzi della media di Mosso (da anni gemellati con una scuola del Nepal) sono pronti a lanciare il loro messaggio. Stanno preparando una pagina per coinvolgere gli studenti di tutta Italia. A partire dagli alunni delle scuole della Sardegna. «Mia mamma è di origine sarda e anche io in fondo mi sento un po’ isolana - dice Eleonora Cavagna -. Non ho mai avuto la possibilità di visitare Budelli ma ho a cuore il destino di quest’isola». Lorenzo Fiorito incoraggia i compagni: «I social network saranno per noi un’arma in più. Sono sicuro che tantissimi studenti aderiranno al nostro progetto. Noi, d’altronde, ci abbiamo messo pochissimo tempo a raccogliere i 75 euro per la causa. Sarebbe ancora più bello se riuscissimo a coinvolgere anche gli studenti degli altri Stati che si affacciano sul Mediterraneo». Per il sogno (e la tenacia) i ragazzi della II B hanno già meritato un dieci e lode. Il professor Paschetto sembra d’accordo: «Alla radice di questo progetto apparentemente ambizioso c’è la consapevolezza che se ci si impegna a qualcosa con determinazione nessun obiettivo è troppo alto. Una bella lezione per i giovani».