IN Breve

Santa degli Impossibili di Daria Bignardi

  • Scritto da Effe_E

Santa degli impossibili ha un titolo che incuriosisce e in poche ore, 109 pagine, la curiosità è soddisfatta.

PROLOGO

O potente Santa Rita, chiamata Santa degli Impossibili, Avvocata dei Casi disperati, Soccorritrice dell’ultima ora, Rifugio e Scampo nel dolore, parlate, pregate, intercedete per me presso il Cuore Santissimo di Gesù.

La nonna pregava per mia madre, ma io non lo sapevo.

Se hai visto la luce anche solo una volta te la ricordi per sempre. Io l’ho vista lungo la strada che portava dalla nostra piccola città al paese dove sono nati i miei.

Conoscevo a memoria ogni metro dei venti chilometri di pianura, campi di terra rossa, filari di pioppi, prati e fossi del percorso.

Mentre la macchina di mio padre superava i rari camion che trasportavano fieno o maiali, io contavo le oche, i conigli e le galline che vedevo nei cortili, i cani col muso abbassato lungo gli argini, le bande di cornacchie radunate in mezzo ai prati.

A seconda della stagione guardavo scorrere dal finestrino l’erba gelata e la nebbia distesa sui campi o le grandi macchie verdi e gli appezzamenti di terra arata luccicanti nell’azzurro del pomeriggio.

Quella strada era la mia preghiera, sempre la stessa, sempre identica.

Quattro volte, percorrendola, sono caduta in estasi. Mi sono sentita invadere dalla gioia, come fossi diventata parte della terra e del cielo, ho sentito il sangue scorrermi nelle vene, l’aria gonfiarmi i polmoni, l’ossigeno irrorarmi il cervello, il cuore pulsare all’unisono con tutto ciò che mi circondava.

Ero parte del tutto, ero i campi, ero l’erba, ero gli alberi: la vita fremeva dentro di me come sull’orlo di un orgasmo. Sapevo, o credevo di sapere, che quella sensazione di gioia profonda aveva a che fare col diventare grandi e col mio futuro, che prefiguravo grandioso e felice.

Avevo dodici anni, come Maddi adesso, e immaginavo che la mia vita adulta sarebbe stata un deciso, inesorabile e ordinato cammino verso la pienezza che avevo sperimentato in quegli istanti di euforia sul sedile posteriore dell’auto di mio padre.

Le cose sono andate in un altro modo. Sono venuta a vivere in una grande città, ho sposato un uomo che ha la capacità di ferirmi, ho smesso di pregare; ma non ho dimenticato la luce.


IN NEGOZIO


Un romanzo breve, il quinto della giornalista Daria Bignardi, Santa degli impossibili ha un titolo che incuriosisce e in poche ore, 109 pagine, la curiosità è soddisfatta.

Il titolo del libro è dedicato a Santa Rita, un personaggio simbolico che rappresenta la forza delle donne, la potenza che ognuna di loro può cercare e trovare dentro se stessa.

Il libro ci vuole dire una cosa tanto semplice, quanto potente: ogni ostacolo dell’esistenza, anche e soprattutto quelli che incontriamo dentro noi stessi, può essere superato grazie alla grande potenza della passione, una specie di capacità che ognuna ha di fare di se stessa un miracolo.

Perché dal proprio destino, dalla propria vocazione non si può e non si deve scappare. Le passioni, come il destino, prima o poi riemergono e chiedono di essere ascoltati.

Mila, la protagonista del libro, nonostante la sua apparente serenità familiare e lavorativa, è una donna inquieta, che, alle soglie dei suoi quarantanni, si ritrova persa ma ritrova la sua forza dentro sè stessa.

Come Santa Rita, la santa degli impossibili. Due ore di lettura piacevoli a cui non dire di no.