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Paesaggio, è scontro: per Erriu “disinformazione” dall’Espresso

  • Scritto da Effe_Pi

L’assessore ha ribattuto a muso duro al reportage della rivista, che aveva anche intervistato l’ex governatore Renato Soru, molto critico con l’adeguamento normativo.

La Regione Sarda ha deciso di rispondere ai molti attacchi che sono arrivati riguardo alla legge sul paesaggio, sia sulla stampa nazionale che dalla politica sarda, compresa una parte dello stesso schieramento che appoggia la Giunta Pigliaru, visto che in prima fila nelle critiche c’è l’ex governatore Renato Soru, che in un reportage pubblicato dalla rivista L’Espresso aveva detto di essere "molto preoccupato per la cecità di una classe dirigente che sta mettendo in pericolo il futuro della Sardegna", ricordando di essere uscito dai palazzi istituzionali "proprio a causa dei continui scontri sull'urbanistica. E dall'altra parte della barricata, a tifare per il cemento, non c'era solo il centrodestra, ma anche quella parte del Pd che ora è al potere".

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E proprio contro la rivista e il suo proprietario, l’editore Carlo De Benedetti, si è scagliato l’assessore agli enti locali Cristiano Erriu, visto che il reportage in questione, dal titolo esemplificativo “Cemento mori”,  parla di "via libera con un'apposita legge a nuove costruzioni turistiche, ecomostri compresi”, persino “nella fascia costiera finora considerata inviolabile, cioè spiagge, pinete, scogliere e oasi verdi a meno di trecento metri dal mare".
Erriu ha ribattuto a quello ha definito un attacco, arrivato “dal gruppo editoriale guidato da Carlo De Benedetti, che aveva una villa sul promontorio di Capo Capaccia a Romazzino, in Costa Smeralda, venduta a un russo per 150 milioni di euro” e ha sottolineato che i sardi dovrebbero avere “il diritto di fare una legge urbanistica seria e capace di consentire alla Sardegna uno sviluppo ordinato, senza fare nuove residenze nelle fasce protette".
Erriu ha poi proseguito associando “tutela dell'ambiente e sviluppo” che non sono “due termini di un binomio inscindibile. La chiesa, i sindacati e i partiti politici devono uscire dalle loro cucce calde e prendere di petto il problema: solo così si combatte la strumentalizzazione e la musealizzazione del paesaggio e si volge lo sguardo alla vita vera, dove c'è una Sardegna senza lavoro e che si avvia verso la desertificazione".

Nel merito della norma, Erriu ha detto che il piano paesaggistico “ha necessità di un adeguamento. Mentre sullo sviluppo costiero ci sono margini di discussione, che però devono essere esercitati senza personalizzazioni, senza che ci sia qualcuno che viene dipinto petto in fuori a tutela dell'ambiente, contro chi invece vuole cementificare. Non accetto questa logica e occorre laicità e apertura alle diverse posizioni".
L'ex presidente dell'Anci ha affermato anche che “vi sono margini ampi di miglioramento nel testo": per esempio, ha sottolineato, "non ho nascosto la disponibilità a valutare diverse qualificazioni di premialità volumetrica a seconda della dimensione della struttura recettiva: un conto è il piccolo albergo di 40 stanze, altra il villaggio di 2.500 posti letto che occupa 70 ettari".
nuova colata di cemento o legge più razionale? Per farvi un’idea oltre alla risposta di Erriu ecco il reportage de L’Espresso:

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Foto | Porfirio su Flickr