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Dissesto: in Sardegna aumentano i comuni a rischio

  • Scritto da Effe_Pi

Salgono all’87% i centri abitati soggetti a frane, alluvioni e altri fenomeni, rispetto all’81% del 2013: il dato dall’ISPRA mentre INGV rassicura sui terremoti.

La Sardegna è una zona a basso rischio terremoti ma ad alto rischio di dissesto idrogeologico, e considerando che sta per finire la bella stagione (e già iniziano le prime piogge), questo è un dato da tenere particolarmente in considerazione. L’isola è quindi meno a rischio del resto d’Italia per quanto riguarda i terremoti: è l’infatti l’unica regione a bassa sismicità (che non significa sia nulla), secondo la mappa del rischio sismologico stilata dall'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). La terra sarda non è però certo immune, secondo gli studi dell'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), dal rischio frane e idrogeologico: a fronte dell'87% dei Comuni sardi a rischio, 328 su 377, in aumento rispetto al 2013 quando erano l’81%, sono però solo 198 le amministrazioni che si sono dotate dei piani di rischio idraulico e idrogeologico (circa il 52,5%), come emerge dall'ultimo monitoraggio effettuato dalla direzione regionale della Protezione civile, aggiornato al 4 agosto.

Dal report si scopre che mentre i Comuni dotati di un piano rischio incendi di interfaccia (nelle periferie dei centri abitati al confine con boschi o macchia mediterranea) sono 278, ben 94 risultano senza alcun documento di pianificazione di protezione civile. Certo, da giugno 2016, quando il problema era stato sollevato dal comandante regionale dei Vigili del fuoco, Silvio Saffioti, all'inizio della campagna antincendi, qualche passo in avanti è stato fatto, ma si è ancora indietro: allora si contavano 107 Comuni ancora privi di qualsiasi pianificazione di protezione civile e 111 che non avevano ancora il piano di prevenzione incendi.
I problemi “ambientali”, spesso tutti legati tra loro,per la Sardegna non si limitano solo a dissesto e incendi: c’è anche un forte rischio di perdere parte della notevolissima biodiversità sarda, come pure riguardo al consumo di suolo, che favorisce in particolare proprio le conseguenze più nefaste del dissesto idrogeologico.  Del resto, la mappa pubblicata tempo fa da IteNovas non lascia dubbi: gran parte della costa orientale sarda e del sassarese sono particolarmente a rischio, e non mancano aree “calde” anche nell’oristanese e nel Sulcis.

Foto: Pixabay | CC0 Public Domain