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Gioco pubblico, arriva il riordino ma attenzione alla filiera fisica

La tanto attesa riforma del gambling italiano sta per arrivare, ma dalle associazioni di categoria e dagli esperti arriva l’allarme: attenzione a non discriminare la filiera del gioco terrestre.

Negli ultimi anni si è assistito a un cambio di passo nel settore del gioco pubblico e legale.

Complice la pandemia, complici i lockdown, complice la chiusura forzata in casa e, contestualmente, una crescente disponibilità tecnologica e un miglioramento delle reti di internet, il gioco online ha superato quello tradizionale.

Un passaggio epocale, che da un lato offre vantaggi e nuove opportunità, dall’altro genera profonde incognite e quindi grandi riflessioni. Per questo si è tenuto a Roma l’incontro, organizzato dall’Osservatorio Permanente su Giochi, Legalità e Patologie dell’Eurispes, dal titolo “Il riordino del gioco pubblico e il ruolo territoriale in Italia”. Come si legge su Giochi di Slots, la tematica principale che è emersa è quella della necessitò di non abbandonare il gioco fisico, un segmento che continua a offrire posti di lavoro e opportunità di occupazione, oltre ad un gettito fiscale di assoluto valore. In Italia la filiera terrestre vanta quasi 50 mila esercizi generalisti, più di 4.500 punti vendita specializzati e 35 mila esercizi con prodotti di monopolio. Una filiera che lo scorso anno ha creato un giro d’affari di oltre 62 miliardi e 900 milioni di euro, per una pesa di 16,4 miliardi.

Dati importanti anche per quanto riguarda la Sardegna: secondo le stime di Eurispes la spesa pro capite in gioco nella nostra regione è di 1.154 euro, ben al di sotto della media nazionale di 1.463 ma comunque stabile negli ultimi anni.

Ma come si fa a tutelare questa filiera? Quale deve essere il primo obiettivo della riforma? Stando a quanto emerso dalla tavola rotonda, la prima cosa da fare è quella di rendere omogenea la normativa sul gambling e superare quindi quel modello federalista che ha reso frastagliata e spezzata la legge in materia di gioco d’azzardo, consentendo personalizzazioni su base regionale e a volte comunale. Un sistema, questo, che ha creato una vera e propria giungla normativa, un caos e una confusione che non fanno altro che danneggiare il settore. È in questo sistema così diverso, in questo mosaico poco coeso di norme e di divieti, che spesso si inseriscono le associazioni criminali: l’ultima rilevazione di Eurispes mette in evidenza come il 4,7% dei giocatori si sia rivolto a circuiti di gioco illegale, con percentuali importanti soprattutto nella fascia meridionale e nelle isole.

Ecco allora che serve una discussione ampia, organica e vasta sul futuro del gambling. Una discussione, si legge ancora su Giochi di Slots, che tenga in considerazione la prevenzione, la necessità di valorizzare il ruolo degli esercenti, l’importanza di una formazione continua, valida e personalizzata. Per farlo serve un tavolo di lavoro con tutte le forze coinvolte, dalla politica all’economia. Per guidare il settore del gioco pubblico verso il futuro, senza perdere di vista la legalità e la sicurezza dei giocatori.