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PESTICIDI: IN SARDEGNA ANCORA POCHI CONTROLLI

  • Scritto da Effe_Pi

In Sardegna vengono rilevati meno pesticidi nelle acque che nel resto d'Italia, ma una delle ragioni è che i controlli sono ancora numericamente insufficienti. Lo dice il rapporto dell'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sui pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee che contiene dati relativi agli anni 2009 2010, anche se l'Istituto di ricerca tiene a precisare che non si tratta delle acque potabili, ma queste ultime "spesso attingono agli stessi corpi idrici ed espongono l’uomo a un’esposizione indiretta ai contaminanti, attraverso, ad esempio, la catena alimentare".

Nel 2009, nell'Isola sono stati effettuati 60 rilevamenti per le acque superficiali, di cui nessuno quantificabile riguardo ai superamenti, vale a dire non rilevabile dagli strumenti perché dal valore troppo basso, con 92 sostanze cercate; per le acque sotterranee, invece, erano 3 i rilevamenti con tracce di pesticidi sopra i limiti, 10 controlli hanno dato valori entro i limiti e 335 non erano quantificabili.

Controlli numericamente limitati, ma è andata ancora peggio nel 2010, quando sulle acque superficiali sono state rilevate solo 7 sostanze per 14 rilevamenti, tutti non quantificabili, quindi tanto bassi da essere tranquillizzanti, e addirittura non è stato effettuato nessun rilevamento per le acque sotterranee.

Ma di chi è la responsabilità della scarsità di controlli? L'ISPRA, come per tutti i suoi report riceve i dati dalle regioni, in particolare dalle Agenzie regionali (ARPA), anche se dall'ente dicono che rispetto al passato, i dati provenienti dall'Isola hanno avuto "un miglioramento". Cosa che però non sembra essere del tutto confermata dai numeri, visto che nel 2007 erano state rilevate 57 sostanze nelle acque superficiali, con 68 controlli di cui 17 fuori dai limiti, mentre nelle acque sotterranee c'erano stati ben 686 controlli, di cui 105 avevano fornito dati oltre i limiti per quanto riguarda i pesticidi.

D'altronde, è lo stesso report ISPRA ad informare che "nel 2010, per le acque superficiali, il numero medio di punti (di rilevamento) ogni 1.000 km2 è pari a 5. Sensibilmente più bassa della media è la densità di Lazio, Sardegna, Umbria, Basilicata e provincia di Bolzano. La frequenza media di campionamento è di 7 campioni/anno, con scostamenti in basso elevati per Sardegna, Molise e Marche". Insomma, un'Isola di retroguardia, con un peggioramento dell'efficienza nella raccolta dei dati negli ultimi anni. È anche attraverso le politiche ambientali che si entra in Europa e si può pretendere pari dignità nelle rivendicazioni.