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Parigi, la Sardegna e i soldi del Qatar

Ancora nell'isola i pakistani espulsi mesi fa perché accusati di far parte di Al Qaeda, mentre la Regione accetta gli investimenti del Qatar, che secondo Assadakah Sardegna è "il primo finanziatore" dei terroristi.

Dopo i gravissimi fatti di Parigi, probabilmente, non c’è territorio anche europeo che si possa considerare fuori pericolo, riguardo al terrorismo jihadista; nemmeno la Sardegna, anzi. Nei mesi scorsi gli arresti nell’isola di presunti radicali islamici pronti ad attacchi aveva destato un certo scalpore, ma pochi sanno che tre di questi, nonostante abbiano ricevuto un provvedimento di espulsione, si trovano ancora ad Olbia: sono tre pakistani, accusati di appartenere ad una cellula di Al Qaeda.

Ma la Sardegna è anche il teatro di forti investimenti provenienti dal mondo arabo, in particolare dall’emirato del Qatar, da più parti indicato come uno dei finanziatori della jihad.
A puntare il dito è, in particolare, il Centro Italo Arabo e del Mediterraneo - Assadakah Sardegna (nel passato accusato a sua volta di vicinanza col partito siriano di Hezbollah) che anzitutto invita la Regione a “bloccare ogni accordo con il Qatar che si accinge a diventare il più grande investitore in Gallura, mettendo le mani sulla sanità ma anche su altri settori, come il turismo e l’immobiliare”.

Secondo Assadakah, infatti, lo stato arabo è “il più grande finanziatore del terrorismo in Siria e Iraq, lo stesso che nei giorni scorsi ha mietuto centinaia di morti tra la Francia e il Libano. Piangere quelle morti sotto il consolato francese di Cagliari e, poi, stringere le mani agli emissari della monarchia del Golfo che in pochi anni ha riversato sui tagliagole di al Nusra – il braccio di al Qaeda in Siria – centinaia di milioni di dollari, è ipocrita e non è più accettabile”. 

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