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L'agnello sardo è a rischio falsificazione

Come si fa a falsificare un agnello? Esattamente come si falsificano le merci che scambiate sui mercati. Stavolta però l’affare è serio e col trattato CETA la Sardegna rischia di perdere un prodotto IGP.

Il trattato CETA di libero scambio con il Canada non ha come unico effetto l’apertura del mercato. Sembra infatti che saranno scambiati 250 dei 291 prodotti agroalimentari made in Italy riconosciuti con marchio DOP e IGP, senza alcuna tutela. Tra questi prodotti è anche l’agnello sardo. Il CETA infatti dà la possibilità di chiamare con lo stesso nome produzioni anche molto diverse tra loro. Una forma di pirateria alimentare legalizzata.

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Il presidente del Consorzio di tutela dell’agnello di Sardegna, Battista Cualbu, ha provato a dare i numeri del possibile “disastro”. Sull’isola vivono 4000 pastori associati e ci sono 755mila agnelli certificati. Ratificando il trattato, tutto questo patrimonio potrebbe essere polverizzato. In più, Cualbu ribadisce che l’agnello di Sardegna IGP non è soltanto un simbolo del patrimonio agroalimentare dell’isola ma è anche un alimento genuino e allevato secondo un particolare sistema che ne garantisce la qualità della carne, del latte e dei loro derivati.
Non è un caso che l’agnello sardo IGP sia consigliato per lo svezzamento dei bambini e sia uno degli ingredienti dell’elisir di lunga vita della Regione Sardegna. In questo territorio, nel quale l’agnello fa parte della dieta, è stato conseguito il primato di regione più longeva del mondo dopo Okinawa. Siamo pronti a perdere tutto questo in nome del libero scambio?

Foto | Pixabay

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