La Sardegna alla guerra del grano Cappelli
- Scritto da Alba
Una nuova guerra del grano è quella che si sta profilando in Sardegna dove un agricoltore, da trent’anni, ha riportato in auge una tipologia di grano abbandonata in Italia.
Un seme pregiato che adesso, dopo un bando di concorso, è stato dato in esclusiva ad una società bolognese. Cerchiamo di capire quello che è successo. Il grano Cappelli è una tipologia di frumento molto particolare. È nata dal genio di Nazareno Strampelli nel 1915 e fu dedicata al senatore del Regno d’Italia Raffaele Cappelli. Questo senatore aveva dato il via d una trasformazione agraria radicale in Puglia. Poi negli anni, il cosiddetto grano Cappelli è caduto in disuso, sparito dal mercato e dai campi. Un agricoltore sardo, Santino Accalai, decise di ricominciare a coltivarlo fino a farlo diventare il grano migliore di tutta la filiera tricolore.
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Per tutelare il grano Cappelli e per garantirne la coltivazione a lungo, è stato realizzato un Consorzio sardo che oggi è presieduto da Laura Accalai, figlia di Santino. Il problema è oggi la società semenziera bolognese Sis, si è aggiudicata un bando per l’uso esclusivo del seme che dà vita al grano Cappelli. Il Consorzio, ovviamente, è insorto, minacciando una vera e propria battaglia del grano che finirà per coinvolgere il Parlamento.
Per capire l’importanza di questa battaglia bisognerebbe specificare che oggi il grano Cappelli copre l’80% del mercato biologico. Ora, dopo l’interpellanza alla Camera di Mauro Pili, sarà l’assessore all’agricoltura Pier Luigi Caria a portare avanti le rivendicazioni del Consorzio. Ecco le parole di Caria: “Si tratta di una battaglia che non ha colori e dove coinvolgeremo la Commissione in Consiglio regionale, l'Aula e i parlamentari sardi - ha detto Caria - La prossima settimana contatterò il ministero delle Politiche agricole per chiedere chiarimenti sull'assegnazione dei nuovi diritti di esclusiva per la commercializzazione e l'uso delle sementi del grano. Chiederemo inoltre al Mipaaf di valutare tutte le azioni possibili per difendere un marchio di qualità e un know how professionale che non va assolutamente disperso - ha precisato Caria -. Con franchezza ci troviamo di fronte a una sfida non facile, dove non lasceremo, tuttavia, niente di intentato anche attraverso una consulenza da seguire attraverso gli uffici legali della Regione.”
Foto | Paolo Fefe' su Flickr