Cinema, i margini sul tetto del mondo con Anora di Sean Baker
- Scritto da Effe_Pi

Detta così, si penserebbe a un kolossal da blockbuster, una grande produzione con attori celebri, o comunque una pellicola pensata per essere il più possibile commerciale. Tutte idee che si scontrano con la realtà di un film totalmente diverso, che a sua volta sembra perfetto per schiantarsi sull’oggi, un tempo dove la diversità è uno dei nemici da abbattere e la satira sociale sembra chiusa in un cassetto per far prevalvere, negli USA di Anora ma anche in Italia ed Europa, il più becero conformismo. Sì, perché Anora è un film che è difficile trovare moralista: parla di una sex worker che usa il suo corpo per combattere la povertà, sogna l’amore che non troverà in modalità Pretty Woman, ma forse potrebbe incontrare altrove, e vorrebbe un sogno americano di lusso e ricchezza che – sembra raccontarci Sean Baker – non fa per lei, nel paese dove più netta è la disparità sociale tra ricchi e poveri.
Il tutto condito da un racconto corrosivo della società americana alla vigilia del secondo choc Trump, tra oligarchi russi che comandano ovunque con la forza del denaro, sgangherati e divertentissimi gangster armeni in crisi esistenziale, giovanissimi ricchi e meno ricchi che vedono in sesso, sostanze e divertimento l’unica alternativa a una realtà noiosa quanto angosciante. Sean Baker ha sempre raccontato personaggi ai margini, poveri e spesso dipendenti dal sesso per vivere, tra prostituzione, pornografia ed espedienti come lo spaccio, ma è riuscito a mostrarli già nei suoi film precedenti – spesso realizzati a basso costo e in alcuni casi ripresi con Iphone - con una poesia dei bassifondi che lo ha reso il Re del cinema indipendente, quello a stelle e strisce e non solo.
Con Anora ha sfondato definitivamente il tetto del mainstream e del grande successo di massa, e lo ha fatto con un film di oltre due ore dove non c’è (se si eslude forse la prima parte utile a inquadrare contesto e personaggi) un solo momento noioso o di vera pausa: si ride (parecchio), ci si emoziona, si è tristi o disperati con Ani, in quello che è a tutti gli effetti il perfetto Road Movie del nostri tempi. Baker racconta personaggi che inseguono il sogno americano ma ne vengono schiacciati, tritati, inseguendo obiettivi che sembrano sempre lontani e inconsistenti, ma nel frattempo vivono appieno l’amicizia, l’amore e piccoli sogni “minori” che nel racconto diventano sostanziali. Un film da vedere assolutamente, dove il regista del New Jersey mescola suggestioni che rimandano a Tarantino e Almodovar ma che soprattutto sono perfettamente coerenti coi suoi prodotti del passato, assolutamente da recuperare per ogni cinefilo che si rispetti.
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