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In morte di Mesina, bandito e non eroe rivoluzionario

  • Scritto da Effe_Pi

La scomparsa del mitico criminale orgolese e le reazioni di chi in Sardegna ne ha fatto un mito e un personaggio da ammirare, dando connotazioni sociali alle sue gesta. 

Di Serpico

La pietà umana non si lesina per nessuno e la morte meriterebbe sempre una buona dose di silenzio, ma la notorietà di certi personaggi inevitabilmente fa sì che un fiume di parole vengano spese. Nessuno dovrebbe morire in carcere da ammalato. Questo aspetto è il termometro dello stato di democrazia di una Nazione. La storia di Graziano Mesina, simile a tante altre, inizia ad Orgosolo, ed è legata alla vicenda dei fratelli, accusati della morte di Pietrino Crasta dopo il suo tragico sequestro. Seguirà la sua vendetta implacabile contro i nemici, secondo i canoni che conosciamo: ad essere ucciso dentro il Bar Canavedda di Orgosolo sarà Andrea Muscau.

Il bandito Mesina finisce lì la sua epopea e diventa altro. Ossia un criminale che ha sequestrato (a scopo di estorsione) e organizzato rapine a Milano con Francis Turatello. Reati compiuti e mossi dalla sua umana e banale venalità. Nessuna connotazione sociale nelle sue gesta, nessun seme rivoluzionario o di ribellione nella sua condotta. Per tutta la sua vita fuori dal carcere si è circondato di personaggi ambigui e che vedevano in lui un mito, un duro, addirittura un esempio da emulare. Criminale con un alta concezione di sé, individualista, ignorante e astuto, spavaldo e presuntuoso.

Spiace che da anziano abbia trascorso in carcere la malattia, ma è pur vero che ciò è successo anche perché ha continuato a delinquere sino a un’età avanzata, senza mai far intendere una redenzione o qualcosa che gli somigli. Probabilmente lo "Stato" gli ha fatto pagare anche qualche peccato, pensiamo al caso del sequestro Farouk. Anche in quella ingarbugliata e oscura vicenda il suo interesse fu comunque mosso e finalizzato solamente ad avere denaro, dai servizi segreti e certamente dai giornali, per l'esclusiva della liberazione del piccolo ostaggio

Questa è la verità. Non è e non era Ciriaco Calvisi di Bitti, "bandito buono", latitante per necessità e soprattutto innocente. Non era Antonio Gramsci morto nelle carceri fasciste per i suoi ideali. Non era Nelson Mandela.
Riposi in pace!

Foto - Lcc