Nasce il distretto agricolo Bio della Sardegna
- Scritto da Effe_Pi
Ieri a Cagliari la presentazione dell’organo che coordinerà la filiere del biologico in tutta l’isola per favorirne le regolamentazione e semplificare la burocrazia.
È nato a Cagliari il "Distretto Bio Sardegna", organo che rappresenterà in modo coordinato le filiere produttive a carattere biologico di tutto il territorio regionale. Il bio-distretto sarà attivato dal neo costituito Comitato promotore, che vede sottoscrittori l'Associazione di produttori Sardegna Bio, la Città Metropolitana di Cagliari, il Comune del capoluogo, Anci Sardegna, Coldiretti e la Fondazione Its Filiera Agroalimentare della Sardegna. Il bio-distretto regionale, sarebbe "una risposta all'esigenza di regolamentare la grande espansione dell'agricoltura biologica, sia nazionale che regionale, in un territorio in cui buona parte delle piccole e medie imprese agricole ha scommesso sulla qualità e tipicità delle produzioni".
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L'obiettivo primario del distretto biologico è quello di favorire la coesione e partecipazione degli attori della filiera biologica, "sostenendoli affinché possano coniugare la propria attività con le nuove frontiere della sostenibilità, come energie rinnovabili, biodiversità, qualità del lavoro e della vita. Il bio-distretto intende inoltre favorire rapporti più equi nella filiera, creando nuove relazioni dirette tra produttori e consumatori, grazie a modelli distributivi alternativi quali la filiera corta e i gruppi di acquisto solidale, e spronando le pubbliche amministrazioni a incrementare gli acquisti verdi per mense scolastiche, ospedali e altri servizi pubblici".
Il distretto mira infine a promuovere la comunicazione, con forum pubblici "in cui agricoltori, altri operatori economici, amministratori pubblici e popolazione si potranno confrontare con pari dignità e potere decisionale, e contribuire alla semplificazione, rendendo meno burocratico, più efficace e inclusivo il sistema di controllo e certificazione del biologico". Il tutto, con la speranza che questo strumento possa diventare impulso all’export dei prodotti biologici sardi a livello internazionale oltre a diffonderli sempre di più nel contesto dell’isola.
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