Sardex, tre milioni di euro per la moneta complementare
- Scritto da Effe_E
Il circuito commerciale sardo, a cui aderiscono oltre tremila aziende, riceve un grosso finanziamento e punta a espandersi in tutto il paese.
da Wired | di Simone Cosimi
Un modo virtuoso di pensare l’economia locale, interconnessa e collaborativa. Un modello, quello di Sardex, che funziona e dà speranze. Tanto da aver convinto tre partner solidi e di primo piano (Innogest, Invitalia Ventures e Banca Sella Holding) a investire tre milioni di euro nel circuito di credito commerciale nato in Sardegna nel 2009 dall’idea di Gabriele Littera, Piero Sanna, Carlo Mancosu, Giuseppe Littera e Franco Contu. Sardex offre strumenti di pagamento e di credito complementari a quelli tradizionali per combattere la mancanza di liquidità che attanaglia le società dall’inizio della crisi mondiale e continua nonostante i timidi segnali di ripresa. Al round hanno partecipato anche Nice Group, Fondazione di Sardegna e Melpart di Stefano Meloni, che diventerà presidente.
Sardex funziona tramite un sistema di conti online e una moneta digitale locale. In sostanza si trasforma la propria capacità produttiva inespressa in liquidità aggiuntiva per sostenere le proprie spese, fare investimenti o soddisfare incombenze legate al personale.
Un circuito in cui il denaro diventa un’unità di conto, cioè un diritto o un obbligo ad avere o prestare i propri beni o servizi in cui un’unità vale un euro.
Insomma, una moneta complementare che permette alle imprese di finanziarsi o approvvigionarsi a tasso zero alimentando un mercato sostenibile fra un’azienda locale e l’altra. Ci si iscrive al circuito con una quota una tantum e una annuale proporzionale che dà diritto all’apertura di un conto pari a zero, con la possibilità di uno “scoperto” entro un certo limite con cui iniziare subito a fare acquisti che poi si dovranno ovviamente bilanciare effettuando vendite ad altre aziende aderenti. Viceversa, chi ha incassato crediti potrà spenderli nelle aziende partner. Lo stesso principio è stato poi esteso a una serie di altre possibilità di finanziamento o di servizi, ad arricchire l’ecosistema commerciale. Possono affiliarsi anche professionisti, grandi aziende e terzo settore.
Aderiscono al circuito oltre tremila imprese che l’anno scorso hanno generato transazioni per 50 milioni di euro e dall’inizio dell’avventura 100 milioni. Si tratta dunque di un esperimento di un certo successo ma che deve ovviamente crescere visto che solo in Sardegna le imprese potenzialmente raggiungibili sono circa 75mila. Un modello su cui ora Innogest, Invitalia Ventures e Banca Sella Holding scommettono, forti anche dell’interesse dimostrato negli anni da parte di istituzioni internazionali come la Commissione Europea e il dipartimento di Sviluppo delle Nazioni Unite oltre che della stampa internazionale e del mondo accademico. Per giunta, il modello del Sardex è stato replicato altrove, almeno in altre otto regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, con l’Abrex, Lazio, dove c’è il Tibex, Molise e Campania) e sta partendo in Umbria e Veneto.
Con i tre milioni di euro la società dovrà consolidarsi e svilupparsi in casa come nel resto del Paese. “Abbiamo deciso di puntare su Sardex e supportare l’espansione in Italia perché crediamo fortemente nel modello di business che, in un periodo come questo caratterizzato da scarsa liquidità e difficoltà di accesso al credito, permette alle imprese partecipanti di usufruire di un canale di finanziamento e marketing aggiuntivo – ha spiegato Michele Novelli, partner di Innogest – uno strumento semplice e innovativo che si è dimostrato capace di generare, solo in Sardegna, un volume di scambi superiore ai 50 milioni di euro all’anno. Con questo investimento diamo fiducia a un team che ha dimostrato di possedere le competenze necessarie per sviluppare una piattaforma che sta ridisegnando le dinamiche del settore finanziario”.
“La chiusura di questo round di finanziamento – ha aggiunto Roberto Spano, ad di Sardex – è per Sardex il risultato di un lungo percorso di ricerca che ci ha dato la possibilità di scegliere i partner più adatti a raggiungere gli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati per i prossimi anni. Per portare avanti il nostro piano di sviluppo avremo la possibilità di contare sull’esperienza e la solidità di alcuni dei più importanti player Italiani del settore finanziario e fintech, e sul supporto di prestigiosi partner istituzionali e industriali, che hanno dimostrato di credere profondamente nel nostro progetto e nella sua capacità di scalare non solo in Italia ma anche all’estero”.