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Dalle napoletane alle sarde: tutte le varianti di carte da gioco italiane

L'origine delle carte da gioco, come alcune fonti storiche ci riferiscono, vanno ricercate in Cina, intorno al decimo secolo, e sono ancora attuali.

Le carte da gioco restano da anni ed anni uno dei passatempi più amati dagli italiani, tanto da non venir abbandonate neanche in un'epoca storica in cui tutto ciò che è digitale, nonostante il nostro paese sia ancora indietro rispetto ad altri, la fa da padrone. Tra le tipologie di carte più diffuse e richieste ci sono certamente quelle napoletane e quelle francesi, ma il nostro paese nasconde un numero sconfinato di tipologie differenti di carte, che variano anche nel raggio di pochi chilometri. In base ai tipi di carte che vengono utilizzate, cambiano anche i giochi e le varianti di quelli più diffusi.

Le versioni nella dimensione fisica delle carte da gioco, figuriamoci in quella virtuale, molto popolare. Con l'avvento del digitale, anche tra i giochi di casinò attivi sul web spuntano talvolta giochi con le carte nelle più diverse varianti. Tra le varie tipologie di carte, ad esempio, c'è quella bergamasca. In questo caso, l'asso di bastoni presenta il motto "Vincerai", mentre l'asso di coppe si ispira all'emblema della famiglia Sforza. I denari sono chiamati "ori" e sono rossi e neri. Le carte bolognesi sono le più lunghe d'Italia. Inizialmente composto da 52 carte, il mazzo è stato ridotto a 40, in cui sono reversibili sia le figure che le carte numerali. Le bresciane sono le uniche ad essere caratterizzate da un mazzo di 52 carte. Quelle dall'otto al dieci vengono definite "scartini", visto che in alcuni giochi, come ad esempio la briscola, non vengono neanche utilizzate. Gli assi sono piuttosto elaborati, mentre le carte in linea generale sono strette.

Le carte genovesi hanno semi francesi, con figure doppie a linea di divisione diagonale. Lo stile di queste carte riprende molto lo stile francese tradizionale e ancor di più quello belga. Quelle milanesi sono tanto elaborate, con figure in doppio stile svizzero a divisione orizzontale. Le carte napoletane, le più diffuse, sono in stile spagnolo. La loro struttura riprende quella del mazzo siciliano appartenente al XVI secolo, come dimostrato dalle acconciature e dai baffi presenti sulle figure. Le carte piacentine, anch'esse di tipo spagnolo, sono caratterizzate da figure che, al contrario di quelle tipiche del nord Italia, sono in piedi. Molte delle pose delle figure sono analoghe a quelle disegnate su un mazzo di carte spagnolo creato da Phelippe Ayet nel 1575. Le carte piemontesi sono molto simili a quelle genovesi, diverse testimonianze infatti raccontano di una possibile discendenza da queste ultime.

Si tratta delle carte a seme francese più piccole d'Italia, con delle dimensioni che misurano 50×83 mm. Le carte romagnole sono una via di mezzo tra quelle piacentine e quelle napoletane. Gli assi e i denari ricordano quelli del Nord Italia, mentre le coppe e le spade quelle del Sud. Le carte salisburghesi, proprie del Trentino Alto-Adige, sono le uniche a semi tedeschi. Il suo mazzo è privo di assi, tre e quattro. Quelle sarde richiamano moltissimo le carte spagnole, tanto che l'asso di denari, proprio come quello iberico, rappresenta un'enorme moneta d'oro. Per quanto concerne le carte siciliane, anch'esse simili a quelle spagnole, la donna prende il posto del fante. Il re di denari prende anche il nome di "matta" e riveste un ruolo particolare in giochi come il 7 e mezzo. Quelle toscane sono a seme francese e a figura intera, vengono utilizzate in tutta la Toscana, escluse le zone dell’Appennino. Le carte trentine sono in stile italiano, il valore di quelle che vanno dal 2 al 7 è riportato negli angoli. Le trevisane, originariamente a figura intera, sono diventate successivamente a due teste. I mazzi attuali possono contare sia 52 che 40 carte, il valore di ognuna è indicato in alto a sinistra. Le carte triestine, discendenti delle trevisane, presentano delle figure più stilizzate e delle dimensioni più tozze.

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